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dc.contributor.authorGrazioli, Cristina
dc.date.accessioned2024-10-15T08:04:55Z
dc.date.available2024-10-15T08:04:55Z
dc.date.issued2023
dc.identifier.citationGrazioli, Cristina. Imprimere al mondo la forma dell’occhio. Metamorfosi della sfera nel pensiero di un teatro atmosferico, Sinestesieonline, A. 12, no. 39(Maggio 2023): 2-33it_IT
dc.identifier.issn2280-6849it_IT
dc.identifier.urihttp://sinestesieonline.it/wp-content/uploads/2023/05/19_Sinestesieonline39_Grazioli.pdfit_IT
dc.identifier.urihttp://elea.unisa.it/xmlui/handle/10556/7593
dc.description.abstractNell’evocare il noto testo di Georges Poulet, Le metamorfosi del cerchio (1961), il titolo del contributo intende alludervi nell’approccio trasversale, che propone di far dialogare diverse accezioni, concezioni e incarnazioni della figura “sferica”, nel contesto delle pratiche e delle riflessioni sulla scena. L’ipotesi alla base del saggio è che contemporaneamente all’affermazione del modello di Teatro all’italiana esista una direttrice che propone in vari modi soluzioni connotate dalla linea curva e dalla forma sferica che ha improntato la nostra forma mentis in merito al luogo teatrale. In generale il modello “sferico” (o emisferico) risponde alla ricerca sulla percezione di “infinito” e di sconfinamento dello sguardo oltre la cornice. Categorie che coincidono con questa “alternativa” sono quelle sintetizzate da Étienne Souriau come “cubico” e “sferico” (Le cube et la Sphère, 1948). In questa prospettiva, motivo fondamentale e filo conduttore sono le poetiche e le pratiche della luce in scena.it_IT
dc.description.abstractThe title of the contribution refers to Georges Poulet's essay on The Metamorphosis of the Circle (1961), evoking its transversal approach, aiming to bring into dialogue different meanings, conceptions and examples of the “spherical” figure, in the context of practices and reflections on theatre. The hypothesis at the basis of the essay is that alongside the affirmation of the model of the “Teatro all’italiana” proposes in various ways solutions characterised by the curved line and spherical form, unlike the scenic “box” marked by orthogonal lines typical of the dominant theatre (Italian-style), which has influenced our forma mentis regarding the theatrical space. Generally speaking, the “spherical” (or hemispherical) model responds to the research on the perception of infinity and of the extension of the gaze beyond the frame. Categories that coincide with this “alternative” are those summarised by Étienne Souriau as “cubic” and “spherical” (Le cube et la Sphère, 1948). In this context the aesthetics and practices of lighting ‘design’ are a main reference.it_IT
dc.format.extentp. 2-33it_IT
dc.language.isoitit_IT
dc.publisherAvellino : Associazione culturale Internazionale Sinestesieit_IT
dc.rightsCC BY 4.0it_IT
dc.sourceUniSa. Sistema Bibliotecario di Ateneoit_IT
dc.subjectIlluminazione teatraleit_IT
dc.subjectArchitettura teatraleit_IT
dc.subjectSferait_IT
dc.subjectStage lightingit_IT
dc.subjectTheatre architectureit_IT
dc.subjectSphereit_IT
dc.titleImprimere al mondo la forma dell’occhio. Metamorfosi della sfera nel pensiero di un teatro atmosfericoit_IT
dc.typeJournal Articleit_IT
dc.relation.ispartofjournalSinestesieonline. Periodico quadrimestrale di letteratura e arti della modernitàit_IT
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