Memorie pugliesi fra post-umanesimo e realismo terminale in “Poesie per un anno (2014-2019)” di Joseph Tusiani
Abstract
La «pandemia abitativa» da cui i firmatari del Manifesto Breve del Realismo Terminale mettono profeticamente in guardia è quella di uno scenario apocalittico e post-umano il cui virus produce una perdita d’identità che è ormai insita alla condizione antropica dell’uomo contemporaneo, inglobato/assimilato nell’organismo immateriale che ha preso il sopravvento sulla natura. Joseph Tusiani, il poeta dei due mondi e delle quattro lingue, si mostra costantemente alla ricerca di un sofferto punto di equilibrio nella coscienza – lacerata e mai pacifica – fra le sue radici pugliesi e l’americanizzazione. Anziano e debilitato da un ictus, il poeta fonde queste due anime negli ultimi versi newyorkesi, composti in italiano e in inglese fra il 2014 e il 2019 e pubblicati postumi nella raccolta Poesie per un anno. Fortemente disposto a riappropriarsi dell’esistenza, appigliato alla vita in modo perfino esasperato, Tusiani finisce per essere «oggetto fra gli oggetti» (Pegorari, 2020) imprigionato nel circuito della sua camera, in un grattacielo di Manhattan, parla col suo girello e vagheggia dalla finestra il ricordo del suo Gargano. The «housing pandemic» against which the signatories of the Short Manifest of Terminal Realism prophetically warn is that of an apocalyptic and post-human scenario whose virus produces a loss of identity which is now inherent to the anthropic condition of contemporary man, incorporated/assimilated into the immaterial organism that has taken over nature. Joseph Tusiani, the poet of two worlds and four languages, appears to be constantly searching for a painful point of balance in his conscience – torn and never peaceful – between his Apulian roots and Americanisation. Elderly and debilitated by a stroke, the poet merges these two souls in his last New York verses, composed in Italian and English between 2014 and 2019 and published posthumously in the collection Poesie per un anno. Strongly willing to regain possession of existence, clinging to life in an even exasperated way, Tusiani ends up being «an object among objects» (Pegorari, 2020) imprisoned in the circuit of his room, in a Manhattan skyscraper, he talks with his walker and longs for from the window the memory of his Gargano.
URI
https://sinestesieonline.it/wp-content/uploads/2024/01/22_Tambasco_Sinestesieonline41.pdfhttp://elea.unisa.it/xmlui/handle/10556/7649