Quasimodo: l’aquila e il poeta. Dalle violenze della storia alla giustizia pacificatrice
Abstract
Si pone in rilievo l’importanza decisiva nella produzione letteraria di Salvatore Quasimodo della
sua realistica visione del processo storico come
ininterrotto dominio della violenza, dai riti
cruenti dei tempi arcaici ai moderni strumenti
dell’apocalisse atomica, alla base di una resa
espressiva ritmicamente dissonante e di un’intensa attività traduttiva non solo di poesia lirica,
ma anche e soprattutto di opere tragiche, che diventano cifra semantica e linguistica della sua
ispirazione civile, nel duplice aspetto di ritorno
alla terra dei padri, il profondo Sud mediterraneo,
evocato simbolicamente dal mito dell’aquila e il
poeta, e utopicamente riscattato dall’uomo giusto, tale che possa operare per la pace, mettendo
fine agli insensati orrori della guerra. The decisive importance in the literary production
of Salvatore Quasimodo is highlighted of his realistic vision of the historical process as an uninterrupted dominion of violence, from the bloody rites
of archaic times to the modern instruments of the
atomic apocalypse, at the basis of a rhythmically
dissonant expressive rendering and of an intense
translation activity not only of lyric poetry, but
also and above all of tragic works, which become
the semantic and linguistic cipher of his civil inspiration, in the dual aspect of return to the land of
the fathers, the deep Mediterranean South, symbolically evoked by the myth of the eagle and the
poet, and utopically redeemed by the just man,
such that he can work for peace, putting an end to
the senseless horrors of war.
URI
https://sinestesieonline.it/wp-content/uploads/2024/06/42_2_granese.pdfhttp://elea.unisa.it/xmlui/handle/10556/7697