Etica dell’ascolto e iperletterarietà in ‘Passaggio a Trieste’ di Fabrizia Ramondino
Abstract
In questo saggio ci si interroga sulle ragioni per cui ‘Passaggio a Trieste’ di Fabrizia Ramondino sia stato trascurato dalla critica. Testo ormai introvabile, questo romanzo in cui la scrittura affabulatoria e quella documentale costruiscono un modello quasi classico di ibridazione non fictional ha trovato poca fortuna nella critica letteraria, persino tra gli studiosi dell’opera di Ramondino. Nella riforma basagliana l’atto della cura si contrappone eticamente a quello del curare il paziente, un passaggio che il testo dell’autrice pone in chiara luce e che non foss’altro che per questo merita attenzione dagli studiosi. This essay questions the reasons why Fabrizia Ra mondino’s 2000 novel ‘Passaggio a Trieste’ has suffered from what I believe it to be a critics’ neglect. A text that is now impossible to find, out of print, this novel in which the narrative and documentary writing construct an almost classical model of non fictional hybridization has found little success in literary criticism, even among scholars of Ramondino's work. In Basaglia's reform, the act of care is ethically opposed to that of treating the patient, a passage that the author's text clearly highlights and if only for this reason, it deserves critical attention.
URI
https://sinestesieonline.it/wp-content/uploads/2025/02/sinestesieonline_45_gennaio2025_lucamante_bis.pdfhttp://elea.unisa.it/xmlui/handle/10556/8258