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dc.date.accessioned2025-07-02T09:05:43Z
dc.date.available2025-07-02T09:05:43Z
dc.descriptionG. Archetti, “AIPH 49 – I Longobardi in Italia e il Centro studi longobardi”; “I Longobardi attraverso i convegni internazionali del Centro studi longobardi” (C. Azzara); “I Longobardi in Italia e l’impegno del Centro studi longobardi” (G. Archetti); “Un sito seriale patrimonio UNESCO e il Centro studi longobardi” (M. Rotili); “Il Museo Piamarta negli spazi del monastero di Santa Giulia di Brescia” (F. Stroppa) in Invito alla Storia. Terza Conferenza Nazionale dell’Associazione Italiana di Public History, Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, Santa Maria Capua Vetere e Caserta, 24-28 giugno 2019, AIPH Associazione Italiana di Public History, 2020, pp. 211-213it_IT
dc.description.abstractIl tema muove dalla ricorrenza centenaria dell’arrivo dei Longobardi in Italia nel 568-569, provenienti dalla Pannonia al seguito di re Alboino, per indagare l’importanza e gli effetti nel lungo periodo di un evento cruciale che ha cambiato la storia della penisola, dando origine al medioevo italiano. I lasciti della presenza e della cultura longobarda sono, ancora oggi, molteplici – si pensi soltanto al nome della Lombardia, territorio dove il regno longobardo istituì a Pavia la sua capitale – e di tale importanza da essere inclusi dall’UNESCO nel 2011 nella Lista del patrimonio mondiale dell’umanità, con il sito seriale “I Longobardi in Italia. I luoghi di potere (568-774 d.C.)”, comprendente i monumenti di Benevento, Brescia, Campello sul Clitunno, Castelseprio, Cividale del Friuli, Monte Sant’Angelo, Spoleto. Un lascito che accomuna tutto il paese e rende necessario un itinerario di studio da nord a sud, comprendente gli elementi di continuità, di integrazione e le differenze nel contesto della formazione dell’Europa medievale e delle sue relazioni con i grandi imperi bizantino e arabo del bacino del Mediterraneo. Per questa ragione è stato istituito il Centro studi longobardi che, muovendo dalla tradizione storica e documentaria, mette in luce il valore dei resti monumentali ancora esistenti. Fa fede l’attività promossa a livello congressuale, le ricerche sui singoli siti – come nel caso di Santa Giulia di Brescia, di Castelseprio, di Benevento o di Capua – e dell’originale promozione del Museo Piamarta, eretto all’interno degli spazi rustici della clausura del monastero femminile di San Salvatore di Brescia.it_IT
dc.language.isoitit_IT
dc.rightsCC BY-ND 4.0it_IT
dc.relation.ispartofjournalInvito alla Storia. Terza Conferenza Nazionale dell’Associazione Italiana di Public Historyit_IT
dc.identifier.citationGabriele Archetti, “AIPH 49 – I Longobardi in Italia e il Centro studi longobardi” in Invito alla Storia. Terza Conferenza Nazionale dell’Associazione Italiana di Public History, Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, Santa Maria Capua Vetere e Caserta, 24-28 giugno 2019, AIPH Associazione Italiana di Public History, 2020, pp. 211-213it_IT
dc.titleAIPH 49 – I Longobardi in Italia e il Centro studi longobardiit_IT
dc.sourceUniSa. Sistema Bibliotecario di Ateneoit_IT
dc.contributor.authorArchetti, Gabriele
dc.contributor.authorAzzara, Claudio
dc.contributor.authorRotili, Marcello
dc.contributor.authorStroppa, Francesca
dc.date.issued2020
dc.identifier.urihttps://aiph.hypotheses.org/9076it_IT
dc.identifier.urihttp://elea.unisa.it/xmlui/handle/10556/8385
dc.publisherAIPH - Associazione Italiana di Public Historyit_IT
dc.typeOtherit_IT
dc.format.extentP. 211-213it_IT
dc.identifier.isbn9788894410808it_IT
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