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dc.date.accessioned2025-07-02T10:44:25Z
dc.date.available2025-07-02T10:44:25Z
dc.descriptionI. Pizzirusso, “AIPH 44 – Digital è public? Dinamiche e opportunità dello spazio virtuale attraverso l’analisi di alcune banche dati”; “Le fonti: la banca dati della Stampa clandestina” (E. Corbino); “Le biografie: gli Antifascisti della guerra di Spagna e le Ultime lettere” (I. Pizzirusso); “Ricerca storica, memoria e territorio: l’Atlante delle stragi e Pietre nella rete” (G. Uberti); “www.memorieoralidegliiblei.it un sito web per la memoria” (M. Burderi) in Invito alla Storia. Terza Conferenza Nazionale dell’Associazione Italiana di Public History, Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, Santa Maria Capua Vetere e Caserta, 24-28 giugno 2019, AIPH Associazione Italiana di Public History, 2020, pp. 188-193it_IT
dc.description.abstractUna citazione attribuita sia al noto esponente della confessione evangelica Billy Sunday che allo psicologo canadese Peter J. Laurence recita pressappoco così: “Andare in chiesa non fa di nessuno un Cristiano, più di quanto andare in garage non faccia di lui un’automobile”. Pur non essendo né luogo di culto né di parcheggio, il web rappresenta comunque a sua volta uno spazio, benché virtuale e non fisico. La semplice appartenenza a questo spazio non dunque è sufficiente a connotare gli elementi che vi stazionano e vi si muovono; tutto dipende dal modo in cui lo fanno e con cui si approcciano al pubblico. In quest’ottica, le banche dati sono forse lo strumento più complesso e interessante da esaminare. Nel corso degli ultimi anni, l’Istituto nazionale Ferruccio Parri e gli enti associati alla sua rete hanno prodotto diversi strumenti digitali, nati da progetti di catalogazione delle fonti, di divulgazione, di raccolta documentale o biografica, ricerca storica propriamente detta. I livelli sono perciò molteplici e ogni prodotto presenta le sue specificità e i suoi tratti distintivi. Ciò nonostante, sono tutte catalogabili come strumenti di public history? O invece è opportuno distinguere quali lo siano, quali potrebbero esserlo e quali invece non ne hanno assolutamente le caratteristiche? Questo panel si propone di tracciare gli elementi di rilievo per un’indagine accurata in merito, attraverso alcuni casi studio a nostro avviso molto rappresentativi: una banca dati sulle fonti (www.stampaclandestina.it), una serie di banche dati sulle biografie (www.ultimelettere.it e www.antifascistispagna.it) e due banche dati nate da presupposti fortemente diversi, ma entrambe con una forte impronta memorialistica e territoriale (www.straginazifasciste.it e www.pietrenellarete.it).it_IT
dc.language.isoitit_IT
dc.rightsCC BY-ND 4.0it_IT
dc.relation.ispartofjournalInvito alla Storia. Terza Conferenza Nazionale dell’Associazione Italiana di Public Historyit_IT
dc.identifier.citationIgor Pizzirusso, “AIPH 44 – Digital è public? Dinamiche e opportunità dello spazio virtuale attraverso l’analisi di alcune banche dati” in Invito alla Storia. Terza Conferenza Nazionale dell’Associazione Italiana di Public History, Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, Santa Maria Capua Vetere e Caserta, 24-28 giugno 2019, AIPH Associazione Italiana di Public History, 2020, pp. 188-193it_IT
dc.titleAIPH 44 – Digital è public? Dinamiche e opportunità dello spazio virtuale attraverso l’analisi di alcune banche datiit_IT
dc.sourceUniSa. Sistema Bibliotecario di Ateneoit_IT
dc.contributor.authorPizzirusso, Igor
dc.contributor.authorCorbino, Eugenia
dc.contributor.authorUberti, Giorgio
dc.contributor.authorBurderi, Marcella
dc.date.issued2020
dc.identifier.urihttps://aiph.hypotheses.org/9076it_IT
dc.identifier.urihttp://elea.unisa.it/xmlui/handle/10556/8391
dc.publisherAIPH - Associazione Italiana di Public Historyit_IT
dc.typeOtherit_IT
dc.format.extentP. 188-193it_IT
dc.identifier.isbn9788894410808it_IT
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