AIPH 26 – I Laboratori di Public History: dalle università ai territori e ai patrimoni
Date
2020Author
Savelli, Aurora
Merluzzi, Manfredi
Pavone, Sabrina
Mattera, Paolo
Novelli, Cecilia
Ibba, Roberto
Colazzo, Salvatore
De Blasi, Deborah
Iurlano, Giuliana
Metadata
Show full item recordAbstract
La storia della Public History in Italia è una storia di successo. La call for papers per la
prima conferenza dell’Associazione Italiana di Public History a Ravenna (giugno 2017) ha
visto oltre 400 proposte; alla call per la seconda conferenza a Pisa (giugno 2018) sono state
presentate oltre 150 proposte individuali e più di 80 panel di 4 o 5 relatori.
Il consenso si misura anche in ambito universitario, con l’attivazione – nell’arco
di qualche anno – di master di Public History di primo e secondo livello (Università di
Milano, Università di Roma 3 e Università di Modena e Reggio Emilia); l’istituzione
di un dottorato in Public History presso l’Università di Firenze; la presenza di corsi in
Public History (Università Cattolica di Milano, Università di Salerno); l’attivazione di un
curriculum in public history nell’ambito di un corso di laurea in Scienze della Storia e
del Documento (Università di Roma 2 - Tor Vergata). La distribuzione geografica di tali
programmi mostra che sono stati soprattutto gli Atenei del Centro-Nord a cogliere le sfide
della Public History, ma la crescita delle opportunità universitarie per gli aspiranti public
historians è molto probabilmente destinata a crescere e a rimanere tema di discussione
e confronto sia nell’ambito delle Conferenze Nazionali di AIPH sia negli appuntamenti
annuali delle Società storiche.
Vale la pena ricordare che alcune linee guida sui programmi universitari sono state
approvate dal National Council on Public History nell’ottobre 2015. Secondo queste
indicazioni l’attivazione di programmi universitari richiede una preliminare definizione
di public history “appropriate to the institution and the local community”; inoltre, tali
programmi devono essere chiari circa gli obiettivi pedagogici e professionali e occorre
infine esplicitarne le principali aree di specializzazione, cioè i punti di forza (“Establishing
and Developing a Public History Program - Prepared by the NCPH Curriculum and Training
Committee October 2015 - Adopted by the NCPH Board of Directors February 2016. (Cfr. ncph.org). Un programma universitario di public history nasce insomma, o dovrebbe
nascere, in sinergia con il territorio e con le sue realtà (istituzionali, economiche, culturali),
in coerenza con la vocazione e le risorse (umane, e anche economiche) dell’istituzione
universitaria che lo attiva, oltre che, naturalmente, con il profilo e le aspettative degli
studenti ai quali il programma si rivolge.