AIPH 23 – Monumento in movimento: riqualificazione e risignificazione di opere monumentali in Italia
Date
2019Author
Gara, Marta
Uberti, Giorgio
Di Michele, Andrea
Dodi, Giulia
Versari, Maria Elena
Metadata
Show full item recordAbstract
Negli ultimi anni il valore pubblico e sociale dei monumenti del passato è tornato ad
affermarsi nel dibattito pubblico a livello internazionale. Era il marzo del 2015 quando in
Sudafrica scoppiava il movimento di protesta #Rhodesmustfall, finalizzato alla rimozione
della statua di Cecile Rhodes dall’Università di Cape Town per dimostrare l’esigenza di
un’educazione liberata dagli stigmi del colonialismo. Nell’agosto 2017 una campagna
simile ha interessato i monumenti confederati statunitensi, concentrandosi a
Charlottesville, Virginia, dove ci sono stati violenti scontri tra chi si batteva perché le
statue erette alla fine dell’Ottocento in omaggio all’esercito confederato restassero al loro
posto e chi invece pretendeva la rimozione in quanto effigi di un regime suprematista
bianco. In Italia a mettere in discussione il rapporto del Paese con i monumenti dell’epoca
fascista ancora in piedi è stato l’articolo della storica americana Ruth Ben-Ghiat, apparso
sul New Yorker il 5 ottobre 2017, sollevando una grande eco mediatica e culturale. Emerge
dunque la necessità di una riflessione sugli strumenti di interpretazione dei monumenti
come simboli storici dinamici e sulle pratiche di Public History attuabili per affrontare tale
questione.
Un monumento è il prodotto pubblico e tangibile di un ricordo, di una commemorazione,
dell’enfasi politica su un dato fatto o periodo storico e della socializzazione di valori che ne
è scaturita. Per questo il significato di un monumento è sempre soggetto alla variabile del
tempo. Non solo per il naturale deperimento dei materiali che negli anni compromette la
lettura del monumento, ma anche e soprattutto per il modificarsi del contesto memoriale in
cui esso viene inserito. Il motivo della commemorazione di personalità, gesta, vittime o eventi all’origine della costruzione di un monumento tende ad essere percepito in modo
differente al variare dei valori aggreganti delle comunità locali e nazionali che vi vivono
attorno.
Perciò si ritiene che il monumento, pur conservando le peculiarità del manufatto, sia
soggetto ad assumere significati cangianti, in movimento con le molteplici identità
diacroniche e sincroniche del tessuto sociale in cui è posto.
La partecipazione attiva delle comunità alla semantica monumentale rende i segni
tangibili delle commemorazioni degli oggetti d’interesse per la Public History.
In particolare la disciplina può farsi tramite di interazione tra i monumenti e gli individui
che li osservano o, in alcuni casi, li dimenticano, promuovendo delle pratiche di risignificazione e riqualificazione di monumenti esistenti o stimolando la creazione di nuovi
supporti commemorativi. Il presente panel intende introdurre quattro esperienze italiane
che vanno in questa direzione, discutendo progetti multidisciplinari che riguardano cornici
storiche e geografiche differenti del nostro Paese. Si prevede inoltre una riflessione
conclusiva sulle sfide che la conservazione dei monumenti incontra oggi da un punto di
vista storico-artistico, in modo non solo da riunire in un’unica cornice gli spunti e le
criticità incontrate dalle pratiche professionali introdotte ma anche di aprire un dialogo con
la storia dell’arte, dato il confronto obbligato del public historian con manufatti per lo più
caratterizzati da elementi di arte pubblica.