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dc.date.accessioned2025-08-27T10:02:20Z
dc.date.available2025-08-27T10:02:20Z
dc.descriptionS. Orlandi, “Panel 25C – Scrivere sui muri: i graffiti del Palatino come esperimento di Public History"; “La valorizzazione delle iscrizioni parietali: una proposta per l'ambiente 6 del Paedagogium” (A. Mincuzzi); “Dai graffiti del Paedagogium alle scritte sui muri di scuola: la vita quotidiana nei contesti educativi dall'antica Roma a oggi” (S. Turrisi); “Scribo ergo sum: La scrittura quotidiana di un civis Romanus” (A. Arcangeli) in Storie in Cammino. VII Conferenza Annuale AIPH, Modena, 3-6 giugno 2025, AIPH Associazione Italiana di Public History, 2025, pp. 207-211it_IT
dc.description.abstractLasciare traccia di sé con un disegno, un nome, un saluto, una scritta estemporanea tracciata su una roccia o sul muro di un edificio, spesso con strumenti di fortuna, o comunque diversi da quelli usati per la scrittura quotidiana è un’esigenza insopprimibile degli esseri umani sin dalla preistoria, che continua in molte forme anche ai nostri giorni. Se dal punto di vista estetico e civico queste scritte possono essere viste come un danno che deturpa la superficie su cui sono apposte, dal punto di vista storico costituiscono un insospettabile bacino di informazioni sulla composizione, la lingua, la cultura e i valori della società che le ha prodotte, e come tale sono state spesso utilizzate. Se, ad esempio, i graffiti a spray degli anni 70 del XX secolo possono essere una chiave di accesso alle lotte politiche di quel periodo, meno facile sembra il compito di valorizzare nello stesso modo i graffiti antichi, che ancora si conservano nello stesso modo in cui sono stati redatti dalle mani di cittadini di quasi duemila anni fa, come nel caso di un ambiente alle pendici del Palatino, verosimilmente usato come scuola di addestramento per gli schiavi di palazzo addetti al servizio dell’imperatore. Ma non è un’impresa impossibile, a patto che a realizzarla concorrano più elementi che facilitino 1) l’accessibilità e la comprensione, con il fondamentale ausilio delle tecnologie digitali, di testi brevi ma spesso di difficili da individuare (relazione 1); 2) il coinvolgimento diretto degli studenti delle scuole, che, opportunamente guidati, non mancheranno di immedesimarsi in una pratica ancora molto viva, che con tecniche, modalità e vocabolari diversi esprime sentimenti ed esigenze molto simili (relazione 2); 3) l’avvicinamento del pubblico con un approccio esperienziale, che attraverso un’accurata rievocazione storica permetta non solo di immaginare, ma di vedere all’opera e anche di imparare e riprodurre personalmente l’attività dell’antico scrittore di testi estemporanei (relazione3), per riconoscersi in un istinto a dare una forma grafica non posata ai propri pensieri, che è antico come l’uomo.it_IT
dc.description.abstractLeaving a trace of ourselves with a drawing, a name, a greeting, an extemporary writing scratched on a rock or a wall, often with strange tools, different, anyway, from those used for everyday writing, has been an unstoppable need of human beings since prehistory, that is still going on, in many different ways, in our days. From an aesthetic and civic point of view these writings can be seen as a damage affecting the surface where they are carved, but from an historical point of view they provide an unexpected amount of information about composition, language, culture and values of the society that made them, and they have often been used as a source. The graffiti from the Seventies of the past century, for example, can give us an interesting insight of the political struggles going on in those years. It seems not so easy putting in value in the same way the ancient graffiti, scratched by the hands of Roman citizens almost two thousends years ago, and sometimes still weel preserved, as in the case of the Paedagogium on the Palatine, where slaves were trained before working in the imperial palace. Not so easy, but not impossible, if we use different ways to facilitate: 1) the accessibility and understanding – withthe fundamental help of digital technologies – of short but often difficult textss; 2) the involvment of high school students, that will be ready to recognize themselves in a still living practice, giving voice, in a different way, to very similar needs and feelings; 3) the engagement of the board public with an emotional approach, that with an accurate reenactment will make possible not only imagining but also seeing and learning personally the practice of ancient writing on the walls, to express one’s thoughts in an extermporary form, an instinctive act as ancient as the humans.it_IT
dc.language.isoitit_IT
dc.rightsCC BY-ND 4.0it_IT
dc.relation.ispartofjournalStorie in Cammino. VII Conferenza Annuale AIPH, Modena, 3-6 giugno 2025it_IT
dc.identifier.citationSilvia Orlandi, “Panel 25C – Scrivere sui muri: i graffiti del Palatino come esperimento di Public History" in Storie in Cammino. VII Conferenza Annuale AIPH, Modena, 3-6 giugno 2025, AIPH Associazione Italiana di Public History, 2025, pp. 207-211it_IT
dc.titlePanel 25C – Scrivere sui muri: i graffiti del Palatino come esperimento di Public Historyit_IT
dc.sourceUniSa. Sistema Bibliotecario di Ateneoit_IT
dc.contributor.authorOrlandi, Silvia
dc.contributor.authorMincuzzi, Angela
dc.contributor.authorTurrisi, Sergio
dc.contributor.authorArcangeli, Andrea
dc.date.issued2025
dc.identifier.urihttps://aiph.hypotheses.org/18667it_IT
dc.identifier.urihttp://elea.unisa.it/xmlui/handle/10556/8860
dc.publisherAIPH - Associazione Italiana di Public Historyit_IT
dc.typeOtherit_IT
dc.format.extentP. 207-211it_IT
dc.identifier.isbn9788894410860it_IT
dc.subjectGraffiti antichiit_IT
dc.subjectGraffiti moderniit_IT
dc.subjectReenactmentit_IT
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