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dc.date.accessioned2025-08-27T10:09:15Z
dc.date.available2025-08-27T10:09:15Z
dc.descriptionG. Zitelli Conti, “Panel 21C – «Fino a qui tutto bene». Buone pratiche e conflitti nella Public History sul territorio"; “Ascolti contesi tra le vigne. L’esperienza dell’Associazione Italiana di Storia Orale a Cison di Valmarino” (C. Spadaro); “Public History, accademia e rigenerazione urbana” (R. Rosa); “Ambiente e lavoro nei racconti di comunità di due progetti multidisciplinari” (G. Malavasi); “Public history e storia orale in controluce: due esperienze romane” (A. Laruffa, G. Zitelli Conti) in Storie in Cammino. VII Conferenza Annuale AIPH, Modena, 3-6 giugno 2025, AIPH Associazione Italiana di Public History, 2025, pp. 147-155it_IT
dc.description.abstractI progetti di public history, nelle periferie delle grandi città come nei piccoli borghi delle aree interne, sono frequentemente concepiti come mezzo di cooperazione e coesione sociale. La promozione della conoscenza storica, in particolare del proprio territorio o delle proprie origini, può costituire un importante volano di integrazione, inclusione e consapevolezza dell’identità territoriale. La stretta relazione epistemologica tra storia del territorio, storia orale e public history, diffusamente trattata nella letteratura scientifica, ha positivamente influito sulla diffusione di tali progetti su tutto il territorio nazionale. Passeggiate della memoria, storia orale, mappature partecipate e laboratori nelle scuole sono tra gli strumenti più comuni per proporre attività che coinvolgano direttamente il pubblico nella produzione e riproduzione del sapere storico. Con frequenza crescente, tuttavia, questi progetti di PH si ritrovano, consapevolmente o loro malgrado, legati a conflitti e frizioni nei territori in cui operano. Le diseguaglianze spaziali degli abitati contemporanei creano zone fortemente integrate e, al contempo, luoghi della segregazione e dell’esclusione, con pesanti effetti sia in termini di giustizia spaziale sia per l’efficacia delle politiche pubbliche. Le periferie delle grandi città, così come i piccoli centri da Nord a Sud dello stivale, sono oggetto di attività e finanziamenti la cui governance non è sempre attenta alle necessità del contesto di destinazione. Da una parte, queste iniezioni di denaro pubblico e privato individuano specifici ambiti di intervento, spesso non strutturali, in contesti profondamente segnati dalla carenza pluriennale di investimenti pubblici, causando diffidenza e/o frizione all’interno delle comunità coinvolte. Dall’altra, i progetti di Public History possono configurarsi come una legittimazione necessaria di questi processi piuttosto che percorsi caratterizzati dal rigore epistemologico. Il panel prende le mosse dall’osservazione di fenomeni simili legati ai quartieri romani di Tor Bella Monaca e San Basilio; Bagnoli, Ponticelli e Scampia a Napoli; Cison di Valmarino, borgo della provincia di Treviso; Manfredonia e Fornaci di Barga. Oggetto della discussione sarà l’analisi delle frizioni e dei conflitti generati, raccontati e/o attraversati da progetti di public history proposti a latitudini diverse ma accomunati dalla problematizzazione del proprio ruolo all’interno del contesto di riferimento. Una particolare attenzione verrà posta sul doppio ruolo dello storico come autore e negoziatore, la shared authority e le fasi istruttorie, oltre che sui prodotti finali, in quanto parti fondamentali dell’approccio epistemologico della PH.it_IT
dc.description.abstractPublic history projects, whether in the suburbs of large cities or small villages in inland areas, are often conceived to foster cooperation and social cohesion. The promotion of historical knowledge, particularly of one’s territory or origins, can serve as an important driver of integration, inclusion, and awareness of territorial identity. The close epistemological relationship between local history, oral history, and public history, widely discussed in scientific literature, has positively influenced the spread of such projects across the national territory. Memory walks, oral history, participatory mapping, and school workshops are among the most common tools used to propose activities that directly involve the public in the production and reproduction of historical knowledge. However, with increasing frequency, these public history projects find themselves, whether consciously or not, tied to conflicts and tensions in the territories where they operate. The spatial inequalities of contemporary settlements create highly integrated zones alongside areas of segregation and exclusion, with significant effects in terms of spatial justice and the effectiveness of public policies. The suburbs of large cities, as well as small towns from North to South across the Italian peninsula, are the focus of activities and funding whose governance is not always attentive to the needs of the target context. On one hand, these injections of public and private funds identify specific areas of intervention, often non-structural, in contexts deeply marked by years of underinvestment in public infrastructure, leading to distrust and/or friction within the involved communities. On the other hand, public history projects can be seen as a necessary legitimization of these processes rather than as paths characterized by epistemological rigour. This panel takes its cue from the observation of similar phenomena in the Roman neighbourhoods of Tor Bella Monaca and San Basilio; Bagnoli, Ponticelli, and Scampia in Naples; Cison di Valmarino, a village in the province of Treviso; Manfredonia and Fornaci di Barga. The discussion will focus on the analysis of the tensions and conflicts generated, narrated, and/or traversed by public history projects proposed in different latitudes but united by the problematization of their role within the reference context. Particular attention will be paid to the dual role of the historian as author and negotiator, shared authority, and the investigative phases, as well as the final products, as fundamental parts of the epistemological approach of public history.it_IT
dc.language.isoitit_IT
dc.rightsCC BY-ND 4.0it_IT
dc.relation.ispartofjournalStorie in Cammino. VII Conferenza Annuale AIPH, Modena, 3-6 giugno 2025it_IT
dc.identifier.citationGiulia Zitelli Conti, “Panel 21C – «Fino a qui tutto bene». Buone pratiche e conflitti nella Public History sul territorio" in Storie in Cammino. VII Conferenza Annuale AIPH, Modena, 3-6 giugno 2025, AIPH Associazione Italiana di Public History, 2025, pp. 147-155it_IT
dc.titlePanel 21C – «Fino a qui tutto bene». Buone pratiche e conflitti nella Public History sul territorioit_IT
dc.sourceUniSa. Sistema Bibliotecario di Ateneoit_IT
dc.contributor.authorZitelli Conti, Giulia
dc.contributor.authorSpadaro, Chiara
dc.contributor.authorRosa, Riccardo
dc.contributor.authorMalavasi, Giulia
dc.contributor.authorLaruffa, Alessandro
dc.date.issued2025
dc.identifier.urihttps://aiph.hypotheses.org/18667it_IT
dc.identifier.urihttp://elea.unisa.it/xmlui/handle/10556/8868
dc.publisherAIPH - Associazione Italiana di Public Historyit_IT
dc.typeOtherit_IT
dc.format.extentP. 147-155it_IT
dc.identifier.isbn9788894410860it_IT
dc.subjectTerritorioit_IT
dc.subjectConflittiit_IT
dc.subjectStoria oraleit_IT
dc.subjectTerritoryit_IT
dc.subjectConflictsit_IT
dc.subjectOral historyit_IT
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