Panel 14C – Storia e memoria LGBTQIA+. Archivi, narrazioni e attivismo attraverso i nuovi linguaggi digitali
Date
2025Author
Sbaffi, Giulia
De Giovanni, Sara
Sannia, Deborah
Rigolli, Luana
Metadata
Show full item recordAbstract
Il panel intende esplorare tre principali esperienze italiane di tutela e valorizzazione della
storia e delle soggettività LGBTQIA+ attraverso approcci interdisciplinari coniugando
attivismo, nuovi linguaggi digitali e differenti narrazioni. L’obiettivo principale è dare voce
alle narrazioni minoritarie e marginalizzate che nel corso del tempo sono state volutamente
omesse dalla storia. Attraverso tre tipologie di progetti di public history si evidenzia
l’importanza del recupero di una memoria collettiva che parta da storie personali e
condivise, raccogliendo e proteggendo un patrimonio di memoria storica, materiale e
immateriale spesso a rischio dispersione.
Il panel si propone di raccontare progetti di costruzione della memoria community based,
evidenziando il ruolo degli archivi come strumenti di esercizio politico della memoria e, in
questo caso specifico, di lotta contro la cancellazione delle identità e delle storie
LGBTQIA+. I tre progetti presentati nel panel mirano a restituire visibilità a figure e
vicende dimenticate attraverso il lavoro di ricerca negli archivi storici esistenti e la
creazione di nuovi archivi fisici e digitali, riflettendo sull’importanza della memoria storica
come strumento di empowerment collettivo e stimolando un dibattito su come i diversi
strumenti digitali possano contribuire alla costruzione di una società inclusiva e plurale. Il
primo progetto si concentra sulla costruzione di un archivio collettivo di memoria
condivisa tramite l’utilizzo di processi come la georeferenziazione dei documenti e la
creazione di mappe tematiche. Il secondo progetto evidenzia l’utilizzo di podcast come
nuova modalità narrativa, consentendo di raccogliere e diffondere storie orali anche a
pubblici più ampi. Infine, il terzo, intende riflettere sull’impiego del medium fotografico
come strumento non solo di ricerca, ma anche come linguaggio universale in grado di
avvicinare nuovi pubblici. The technological innovation that is impacting the world of photography with a strong
acceleration in recent years imposes the need for a profound reflection on method.
Photographic archives are among the first to be subjected to these processes which are
highlighting the often overlooked relevance of the materiality of the original image.
The events of organization and use of archives are an experience that must be shared and
made known, making it the heritage of everyone as much as possible. For example, the
problems of analogue conservation, the problems of legal and economic protection
(photography always remains a commodity!), the "limits" of the transposition of analogue
into digital. Last but not least, we must ask ourselves about the entry of Artificial
Intelligence into archives as a tool for reorganization, identification of the subjects
portrayed, "improvement" of images, manipulation, etc.
We started this reflection starting from three very different experiences: the management
of an archive of art photographs; the organization of a personal archive of a professional
nature "inherited" after the photographer's death; the construction of a heterogeneous
digital archive of personal images, produced not on a professional level, united only by the
fact that they come from and refer to a homogeneous historical event.