La tutela della vittima nelle fonti europee e nel sistema processuale penale italiano
Abstract
Il presente lavoro, prendendo le mosse dall’analisi delle fonti interne e
sovranazionali che contribuiscono alla tutela della vittima del reato, mira a
verificare in che misura l’ordinamento italiano abbia recepito le indicazioni
provenienti dai provvedimenti adottati sul tema, nel tentativo di delineare
quello che è stato definito lo “statuto” della vittima del reato.
Lo scenario sovranazionale che si presenta all’interprete racchiude una
pluralità di livelli: ONU, Unione europea e Consiglio d’Europa, Corte di
giustizia dell’Unione europea e Corte europea dei diritti dell’uomo.
Il tema è affrontato con riferimento a numerosi aspetti, che abbracciano
l’istituto del risarcimento del danno da parte dello Stato, la tutela delle vittime
della tratta di esseri umani e della criminalità organizzata, nonché i possibili
sviluppi del paradigma mediativo in ambito penale.
In una prospettiva diacronica, l’Unione europea ha intrapreso il cammino
verso il formale riconoscimento dei diritti della vittima del reato al fine di
realizzare uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia. In tale ottica, la protezione
delle vittime costituisce la “piattaforma comune” da cui devono trarre
fondamento ed ispirazione tutti gli altri strumenti funzionali al raggiungimento
dell’obiettivo.
La tutela delle vittime è stata a lungo messa in disparte dal legislatore italiano
che, concentrandosi sul momento repressivo, ne ha trascurato i problemi e le
reali istanze. Soltanto a partire dai primi anni ottanta si è fatta strada un’analisi
del crimine che, senza pregiudicare i diritti dell’imputato, ha posto l’accento su
un’ottica Opfer-orientiert (orientata alla vittima), traducendosi in scelte di
politica criminale più attente alla prospettiva vittimologica. Ciò nonostante, in molti punti la nostra legislazione appare non completamente rispettosa degli
obblighi imposti dall’ordinamento sovranazionale.
Nella prospettiva attuale si avverte l’esigenza di rafforzamento delle politiche
socio-assistenziali in favore delle vittime del reato, al fine di scongiurare i rischi
di vittimizzazione secondaria che sovente si palesano nella fase del post-crimen.
In futuro, il processo di ristrutturazione del sistema processuale penale dovrà
necessariamente passare attraverso il potenziamento dei poteri processuali
riconosciuti alla persona offesa e degli istituti ispirati ai temi della restorative
justice e della composizione del conflitto ingenerato dal reato. [a cura dell'autore] This piece of work, starting from the analysis of the inner and supranational
sources which contribute to the tutelage of the victim of the offence, aims to
check how the Italian rules have caught the suggestions coming from the
measures which are adopted for this theme, with the attempt to delineate what
has been defined the “statute” of the victim of the offence.
The supranational scenery which is in front of the expert includes a plurality
of levels: ONU, European Union and European Council, Court of Justice of the
European Union and European Court of the rights of man.
The theme has been discussed referring to many aspects, including the
Institute of the Compensation by the State, the tutelage of the victims of the
human beings trade and the organized crime and also about the probable
developments of the meditative paradigm in the penal laws.
In a diachronic perspective, the course of the European Union towards the
formal recognition of the rights of the victim of the offence has been faced with
the aim to create a space of freedom, safety and justice. According to this point
of view, the safety of the victims characterizes the “common platform” from
which all the other functional instruments, to reach the goal, have to take
grounding and inspiration.
The tutelage of the victims has been put aside for many years by the Italian
legislator who, concentrated on the repressive moment, has neglected the
problems and the real petitions of the victims. Only since the early eighties an analysis of the crime has been taken into consideration which, without
compromising the rights of the defendant, has focused on a line Opfer-orientert
(victim oriented), revealing in choices of criminal policy more careful towards
the victim oriented perspective. In spite of this, in many points, our legislation
looks like not totally respectful of the duties imposed by the supranational
rules.
In the current perspective it’s possible to notice the need to strengthen the
social-charitable policies in favor of the victims of the offence, in order to avoid
the risks of the secondary victimization which, often, are revealed in the postcrime
phase. Furthermore, the reorganization phase of the procedural penal
system should, necessarily, go through the procedural laws strengthening
which are recognized for the offended person and of the Institutes inspired to
the restorative justice and of the composition of the conflict caused by the
offence. [edited by author]