DSpace Collezione:http://elea.unisa.it/xmlui/handle/10556/13602024-03-28T17:48:42Z2024-03-28T17:48:42ZL’inganno utilitaristico delle “ragioni” del tormento: reificazione dell’umano e deriva nichilistica del potereIapicchio, Luciahttp://elea.unisa.it/xmlui/handle/10556/26152019-05-30T12:05:05Z2017-08-01T00:00:00ZTitolo: L’inganno utilitaristico delle “ragioni” del tormento: reificazione dell’umano e deriva nichilistica del potere
Autori: Iapicchio, Lucia
Abstract: The global emergence of the fight against terrorism, the crises of law and of democracy as a form of government the emergence of hard powers confer legitimacy on an increasing number of suspensions of rights and freedoms. The controversy on the return of torture, in this context, entails the possibility of "exceptional" situations that lead us to consider this practice no longer a crime to be unconditionally avoided, but a legally regulated and therefore legitimate conduct. It is not right to disagree with the "tabù" of torture. The abolition of the practice of torment, progressively decreed by the various countries only after 1750, did not prevent the continued use of "private" spaces, such as police offices and prisons. The notorious facts in the Bolzaneto, in the Guantanamo prison camp or in the case of Stefano Cucchi, Federico Androvaldi, Giuseppe Uva, Giulio Regeni and many others, are notable. And indeed, the upward movement of the major decision-making centers has led to the establishment of a supranational police state, where intelligence agencies represent the model of organization and political action. Torture is a public law instrument, since the only result that its use may entail is the tendency to totalitarian arrangement of the order on which the practice is authorized, since it is by ontological characterization. A crowd of carnivorous zealots flock to the human's objectification and reification. And madness does not seem accidental, having to reconnect to those paranoid components that are presently incisive in twentieth-century politics, a deranged rationality, to an impressive confusion of "endless means", according to the icastic summary of Agamben . The triumph of torment seems to coincide with power nihilism, which could be remedied by the setting of a renewed policy, the constant pursuit of a non-rhetorical deepening of human rights.
Phd. Lucia Iapichino She graduated in Law at the University of Calabria. The thesis in Philosophy of Law concerns the relationship between the legal order and the economic order. A research fellow at the University of Salerno, deals with the use of torture in the international area. [edited by author]; L’emergenza globale della lotta al terrorismo da un lato e la comprovata crisi dello Stato di diritto e della democrazia come forma di governo dall’altro nonché l’emersione dei c.c.d.d. poteri forti conferiscono legittimità ad un numero sempre maggiore di sospensioni del diritto e delle libertà. La polemica sul ritorno della tortura, in tale contesto, inerisce alla possibilità che si diano situazioni “eccezionali” che inducano a considerare tale prassi non più un crimine da rifuggire incondizionatamente, bensì una condotta giuridicamente regolamentata e, dunque, lecita. Non è corretto disquisire di “tabù” ovvero di un “ritorno” della tortura. L’abolizione della pratica del tormento, decretata progressivamente dai vari Paesi solo dopo il 1750, non ha affatto impedito la prosecuzione del suo utilizzo in “spazi privati”, quali gli uffici di polizia e le carceri. Eloquenti sono i fatti notori accaduti nella caserma di Bolzaneto, nel campo di prigionia di Guantanamo ovvero i casi riguardanti Stefano Cucchi, Federico Androvaldi, Giuseppe Uva, Giulio Regeni e molti altri. Ed invero, lo spostamento verso l'alto dei rilevanti centri decisionali ha portato verso la costituzione di uno Stato sovranazionale di polizia, in cui le agenzie di intelligence rappresentano il modello dell’organizzazione e dell’azione politica. Si assiste alla trasformazione delle moderne democrazie in sistemi di violenza organizzata, con squadre di assassini sotto copertura fuori controllo, in cui si pratica la politique du pire. La tortura si configura come dispositivo di diritto pubblico, in quanto l’unico risultato che il suo utilizzo può comportare è la configurazione in senso tendenzialmente totalitario dell’ordinamento all’interno del quale ne viene autorizzata la pratica, poiché essa è per caratterizzazione ontologica un mezzo con il quale si persegue la conservazione di un potere autoritario. Una folla di zelanti carnefici si affaccendano intorno all’oggettivizzazione dell’umano, alla sua reificazione. E la follia non pare accidentale, dovendosi ricollegare a quelle componenti di paranoia che sono presenti con incisività nella politica novecentesca, ad una razionalità in via di deragliamento, ad un’imponente congerie di “mezzi senza fine”, secondo l’icastica sintesi di Agamben. Il trionfo dei tormenti sembra coincidere, in definitiva, con il nichilismo del potere, cui potrebbe porsi rimedio mediante l’impostazione di una politica rinnovata, alla costante ricerca di un approfondimento non retorico dei diritti umani. Dott.ssa Lucia Iapichino Ha conseguito la laurea magistrale in Giurisprudenza presso l’Università della Calabria. L’elaborato di tesi nell’ambito della Filosofia del diritto verte sul rapporto tra l’ordine giuridico e l’ordine economico. Dottoressa di ricerca presso l’Università degli studi di Salerno, si occupa dell’utilizzo della tortura in ambito internazionale. [a cura dell'autore]
Descrizione: 2015 - 20162017-08-01T00:00:00ZLibertà e identità religiosa nei rapporti di lavoro. Diritto interno e giurisprudenza della corte di StrasburgoPostiglione, Veronicahttp://elea.unisa.it/xmlui/handle/10556/25682019-05-30T12:02:33Z2017-07-24T00:00:00ZTitolo: Libertà e identità religiosa nei rapporti di lavoro. Diritto interno e giurisprudenza della corte di Strasburgo
Autori: Postiglione, Veronica
Abstract: The globalization process (in the socio-economic and ethical-cultural perspective), medical scientific progress (redefining the contents of the right to live and die) and the emergence and spread of the new social needs (e.g. the legal recognition of same-sex union and family formation) are socio-cultural phenomena which require a new consideration under the traditional legal systems based on the peculiar national values and identity... [edit by author]
Descrizione: 2015 - 20162017-07-24T00:00:00ZDa Arias Navarro a Arias Navarro: Il controllo dell’Informazione in Spagna tra il 1973 ed il 1976Negro, Michelehttp://elea.unisa.it/xmlui/handle/10556/18492019-05-30T10:33:59Z2014-07-14T00:00:00ZTitolo: Da Arias Navarro a Arias Navarro: Il controllo dell’Informazione in Spagna tra il 1973 ed il 1976
Autori: Negro, Michele
Abstract: Si è deciso di prendere in considerazione un periodo estremamente delicato per l’evoluzione politica della Spagna. Ci stiamo riferendo all’epoca definita come“Ultimo Franchismo” ed agli esordi della Transición Española che conduce alla successiva democrazia. In questo momento di forte cambiamento, un elemento appare però stabile: la figura di Arias Navarro. Francisco Franco prima, ed il suo successore Don Juan Carlos di Borbone poi, nominano il medesimo Presidente del Governo. Quest’ultimo troverà non poche difficoltà nel ponderare la sua azione tra tradizione, con conseguente ancoraggio al passato, e l’inesorabile evoluzione del regime.
All’interno di questo contesto, il nostro studio prenderà in considerazione un elemento specifico: Il Controllo dell’Informazione operato dal Movimiento sulla Stampa dell’epoca. Siamo partiti da alcuni quesiti di base: Durante gli ultimi anni del suo Governo, Franco applicava ancora un rigido controllo dell’informazione, attraverso la censura nei mezzi di informazione, o lo stesso poteva giudicarsi allentato? Terminato il Franchismo, si conclude anche la censura? Per quali ragioni il Caudillo inaspriva ed allentava le maglie del controllo dell’informazione in modo quasi periodico?
La ricerca è stata suddivisa in due parti:
a) l’aspetto storico-teorico analizzerà brevemente l’evoluzione del Governo del Generalísimo mettendola in relazione con i differenti dispositivi, norme e leggi promulgate negli anni con l’unico fine di limitare, censurare o eliminare il punto di vista “differente” espresso sui giornali e le riviste dell’epoca.
b) la ricerca sul campo (della durata di circa dieci mesi), invece, è stata realizzata presso l’Archivio dell’Amministrazione Pubblica della Spagna, situato ad Alcalá de Henares. In seguito all’analisi di circa quattrocento fascicoli e procedimenti amministravi di censura predisposti dal Ministero della Cultura, lo studio dei dossier del Ministero dell’Informazione, nonchè delle note riservate emesse dallo stesso, abbiamo approfondito questioni quali il delicato ruolo del censore, i linguaggi della censura, il ruolo privilegiato della Prensa (trad. “stampa”) del Movimiento e l’iter amministrativo di un fascicolo.
Al termine di tale ricerca, sono state predisposte le conclusioni e l’analisi sommativa e sostanziale di quanto appurato durante la ricerca. [a cura dell'autore]
Descrizione: 2011 - 20122014-07-14T00:00:00ZEconomie e società nelle campagne salernitane nel Medioevo: livelli, vendite e donazioni nei secoli IX-XIZera, Alfonsohttp://elea.unisa.it/xmlui/handle/10556/13622019-05-30T10:16:15Z2013-05-09T00:00:00ZTitolo: Economie e società nelle campagne salernitane nel Medioevo: livelli, vendite e donazioni nei secoli IX-XI
Autori: Zera, Alfonso
Abstract: Questo lavoro di ricerca si nasce dall’esigenza di approfondire alcuni aspetti sociali e produttivi nelle aree situate a nord di Salerno nei secoli IX-XI. A tal proposito sono stati utilizzati alcuni documenti editi nei volumi appartenenti al progetto editoriale denominato Codex Diplomaticus Cavensis che persegue l'obiettivo della pubblicazione esaustiva dell'intero corpus diplomatico e documentario custodito nell'archivio della Badia Benedettina della Santissima Trinità di Cava de' Tirreni. Curatori di tale progetto sono stati Mauro Schiani, Michele Morcaldi e Silvano De Stefano per i volumi I-VIII ed editi tra il 1873 ed il 1893; Giovanni Vitolo e Simeone Leone per i volumi IX e X ed editi tra il 1984 ed il 1990. I dieci volumi contengono ad oggi un totale di un totale di 1669 pergamene.
Nell’introduzione è stato analizzato lo stato delle conoscenze, le motivazioni dell’utilizzo delle chartae private del Codex Diplomaticus Cavensis nonché un breve approfondimento circa la questione delle fonti edite, delle problematiche relative alla storiografia locale ed alla generalizzazione dei fenomeni locali ricollegando questo lavoro con quelle “linee guida” tracciate da Marc Bloch nel volume Société féodale e proseguite poi da George Duby nel suo La Société aux XI e et XII e siècles dans la région mâconnaise fino ad arrivare al monumentale lavoro di Pierre Toubert Les structures du Latium médiéval. Le Latium méridional et la Sabine du IX° siècle à la fin du XII° siècle.
Passando ora al lavoro di ricerca vero e proprio, ho seguito quattro indirizzi ben definiti: la Toponomastica, i Livelli, le Vendite e le Donazioni.
All’interno delle 1669 pergamene edite e contenute nei dieci volumi del Codex ho identificato 598 documenti utili contenenti almeno un tipo di informazione riferita ad una delle macroaree oggetto d’esame. Ho poi suddiviso l’interno numero di documenti tenendo conto di precisi archi cronologici della durata di 50 anni e distribuiti tra il 792 ed il 1080.
Nel Capitolo 1, definito Actu et Locu, sono state definite non solo le cinque macroaree di riferimento ma anche le microaree/toponimi oltre ad alcuni problemi di localizzazione dei toponimi stessi. Tutto è stato poi schematizzato nelle tabelle I – VI.
Nel Capitolo II, avente per oggetto i Livelli, sono stati definiti i caratteri generali, le tipologie e le peculiarità di quei contratti d’affitto dei terreni rispondenti alla categoria dei Livelli. Anche in questo caso tutti i contratti di Livello, suddivisi in base all’appartenenza ad una delle cinque macroaree, sono poi stati schematizzati nelle tabelle VII – XII.
Il Capitolo III è invece dedicato alle Vendite. Data la natura molto variegata dell’oggetto in questione, dopo aver definito i caratteri generali dell’atto giuridico ed aver indicato le tipologie più
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comuni di oggetti in vendita, ho proceduto ad una suddivisione per macroarea ordinando tuttavia il materiale in base alla datazione certificata e raggruppate nelle tabelle XIII – XVII.
L’ultimo capitolo, il Capitolo 4, è incentrato sulle Donazioni. Dopo aver accennato alla complessità del negozio giuridico, ai caratteri generali ed alle più comuni tipologie delle donazioni riscontrate, ho proceduto ad una suddivisione per macroarea ordinando tuttavia il materiale in base alla datazione certificata raggruppando tutto nelle tabelle XVIII – XXIII.
Chiudono questo lavoro di ricerca le Conclusioni, un veloce riassunto sulle centinaia di dati in nostro possesso, tutti necessariamente utili per ricostruire la storia della società e dell’economia del territorio salernitano tra i secoli IX-XI, secoli nei quali, peraltro non diversamente da altre regioni europee, si avviano le premesse di quella cosiddetta “rivoluzione agraria” che, di fatto, intersecherà non poco le ragioni della stessa rinascita delle città e delle nuove connesse forme dell’economia. [a cura dell'autore]
Descrizione: 2011 - 20122013-05-09T00:00:00Z