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Titolo: Il corpo e il movimento nella ricerca didattica. Il potenziale formativo dell’esperienza motoria e ludico-sportiva
Autore: D'Elia, Francesca
Minichiello, Giuliano
Sibilio, Maurizio
Parole chiave: Didattica del movimento;Metodi di insegnamento;Scuola primaria
Data: 2-mag-2011
Editore: Universita degli studi di Salerno
Abstract: Il presente lavoro di tesi si configura come un resoconto dell’attività scientifica svolta nel triennio dedicato alla formazione in "Metodologia della ricerca educativa"; un'attività che si è caratterizzata per un costante interesse e uno specifico impegno euristico sulla “dimensione educativo-formativa” delle attività motorie e ludico-sportive nel periodo dell’infanzia e della preadolescenza. È stato predisposto uno studio sul tema della trasferibilità dei saperi in rapporto alle esperienze motorie e ludico-sportive, offrendo uno spazio di indagine complesso che mette in relazione i campi dei meccanismi di accesso ai saperi e costruzione della conoscenza e quelli delle esperienze corporee all’interno della pratica motoria e ludico-sportiva nella scuola primaria. L'attività di ricerca svolta si fonda sull’ipotesi che il corpo ed il movimento nelle sue diverse forme motorie e ludico-sportive nella scuola primaria possano svolgere una originale funzione nell’individuazione di accessi alternativi alla conoscenza. L’obiettivo del progetto di ricerca è stato quello di verificare, preliminarmente attraverso una fase teorico-argomentativa e successivamente utilizzando un protocollo di ricerca-azione, la funzione “facilitatrice” di metodologie didattiche centrate sull’esperienza motoria per l’accesso alla conoscenza nel segmento della scuola primaria. L’attività di ricerca si è sviluppata sia sul piano teorico-argomentativo che sperimentale, fondandosi sullo studio dell’insegnamento delle attività di movimento ed evidenziando le complessità e le specificità richieste dai contesti educativi, compreso lo studio della dimensione formativa, integrativa ed inclusiva della didattica del movimento. La ricerca si è sviluppata in tre fasi: Nel corso della prima fase è stata sviluppata una ricerca di base finalizzata alla definizione di una cornice teorica che potesse circoscrivere il versante educativo delle attività motorie, tracciando un itinerario di ricerca che, partendo da una riflessione interdisciplinare sul piano epistemologico, potesse offrire una prospettiva dell’insegnamento delle attività motorie e ludico-sportive, riconoscendone la originale funzionalità metodologica ed il possibile impiego come “motore alternativo” della prassi didattica nel periodo dell’età evolutiva. Questa prospettiva ha reso indispensabile esaminare, anche attraverso forme di analisi storico-descrittiva e teorico-comparativa, la funzione educativo-formativa delle attività motorio-sportive e le potenzialità didattiche del corpo e del movimento per favorire l’accesso alla conoscenza. La seconda fase di lavoro invece è stata impegnata nell’identificazione delle caratteristiche e degli strumenti per la realizzazione di percorsi di ricerca in ambito scolastico centrati sul versante motorio e ludico-sportivo e nella definizione di protocolli specifici per l’attuazione di percorsi di ricerca da realizzarsi presso le Istituzioni scolastiche centrati sul versante motorio e ludico-sportivo. L’attività di studio svolta ha analizzato le caratteristiche ed i vincoli richiesti per investigare scientificamente sulla didattica delle attività educativo-motorie attraverso i modelli e le tradizioni euristiche tipici della ricerca educativa. In linea con questa esigenza scientifica sono state esaminate le metodologie di ricerca quantitativa e qualitativa sul movimento applicabili ai contesti educativo-formativi. La terza fase di lavoro è stato impegnata nell’analisi dei risultati relativi alle esperienze di ricerca svolte secondo il modello della ricerca azione presso istituzioni scolastiche convenzionate con il Dipartimento. I risultati hanno evidenziato che alcuni obiettivi educativi, tradizionalmente oggetto del dibattito pedagogico sulle pratiche di insegnamento più efficaci, sono conseguibili anche attraverso metodologie didattiche alternative da integrare alla comunicazione diretta da parte dell’insegnante e all’uso dei libri di testo. La produttività sul piano dell’apprendimento delle metodologie didattiche proposte è stata misurata sulla base della capacità del laboratorio basato sulla significatività dell’esperienza corporea di facilitare l’organizzazione di un sistema di relazioni che ha messo in comunicazione lo stile cognitivo di ogni singolo alunno, la struttura delle conoscenze da acquisire e l’insieme delle operazioni intellettuali e motorie necessarie all’incorporazione del contenuto dell’apprendimento nella struttura conoscitiva di ogni singolo alunno. Si è trattato, nello specifico, di impiegare le potenzialità corporee e motorie dei soggetti destinatari dell’azione formativa come strategie cognitive e relazionali attraverso una valutazione degli effetti prodotti sulla memoria e sul benessere psico-fisico individuale attraverso un’esperienza di apprendimento che ha coinvolto ciascun alunno naturalmente già dotato di un proprio bagaglio di conoscenze, di un proprio stile cognitivo e soprattutto di modalità singolari di risoluzione di situazioni problematiche. La consapevolezza della non generalizzabilità dei risultati emersi ha indotto però a trarre la conclusione che non esiste un metodo didattico ottimale e definitivo che possa dare risultati positivi e costanti in differenti contesti di apprendimento, con qualsiasi alunno o insegnante, ma che è consigliabile considerare alternative metodologiche nella progettazione degli interventi formativi che tengano conto delle potenzialità del corpo e del movimento nell’accesso alla conoscenza. La necessità di considerare i diversi stili cognitivi e di apprendimento nella popolazione scolastica impone di variare non solo i materiali ma anche i metodi didattici in modo da allargare lo spettro delle possibilità di accesso alle conoscenze soprattutto in presenza di alunni diversamente abili. La ricerca infatti rinunciando a qualsiasi posizione deterministica e non proponendosi come indagine finalizzata all’identificazione di rapporti causali tra metodi didattici e obiettivi educativi è stata condotta nella consapevolezza che “così come una serie di obiettivi potrebbero essere raggiunti attraverso diversi contenuti, parimenti diversi metodi potrebbero essere utili al raggiungimento dei medesimi obiettivi.”1 Ciò permette di allargare il ventaglio delle possibilità di scelta da parte dei docenti e di adottare con variabilità e flessibilità alternative metodologiche che si può ritenere, con un buon grado di certezza, che possono costituire strumenti didattici efficaci nella progettazione degli itinerari formativi per ciascun allievo. La sperimentazione condotta, dunque, ha fornito il proprio piccolissimo contributo alla ricerca didattica orientata all’individuazione di possibili strategie per rendere più efficace l’insegnamento in risposta ai problemi e alle domande emergenti da chi è costantemente impegnato nell’azione educativa senza la pretesa di indicare metodologie universali e pertanto uniche, ma suggerendo attraverso le evidenze empiriche e la significatività dei risultati, supportati da una specifica teoria di riferimento, itinerari formativi collegati agli obiettivi da raggiungere e ai contenuti da proporre. [a cura dell'autore]
Descrizione: 2009 - 2010
URI: http://hdl.handle.net/10556/237
È visualizzato nelle collezioni:Metodologia della ricerca educativa

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