«Addio, mascherine!»: il Pinocchio antiscolastico di Carmelo Bene

Abstract

La produzione teatrale di Carmelo Bene è fortemente legata ai grandi autori della letteratura europea: tra questi non sorprende che si annoveri anche Pinocchio, il celebre burattino di Carlo Collodi. Nelle prime due edizioni del 1962 e del 1966 il Pinocchio di Bene si presenta come lettura capovolta del soggetto collodiano, affermatosi in epoca umbertina come romanzo di formazione, insieme a Cuore di De Amicis, antagonista dichiarato del burattino beniano. Nelle ultime due edizioni (del 1981 e nella versione televisiva del 1999), ai temi sociali subentra un’esaltazione dell’infanzia come ostinato rifiuto alla crescita e al sistema educativo: mediante l’opera di Derrida e Deleuze, e la definizione dell’inorganico freudiano, Bene esprime un’opposizione insanabile tra il mondo adulto delle questioni sociali, del lavoro e della famiglia e un ideale mondo dell’infanzia, esclusivamente proiettato al «gioco».

Carmelo Bene’s theatrical production is strictly related to great authors of european literature: one of these, unsurprisingly, is Pinocchio, the famous Carlo Collodi’s puppet. In the first two editions, in 1962 and 1966, Bene’s Pinocchio presents itself as a flipped version of the original, that has enstablished itself as the major coming of age novel in the umbertinian age, together with De Amicis’ Cuore, the declared antagonist-novel of the benian’s puppet. In the last two editions in 1981 and in the television version in 1999, the focus shifts from social themes to childhood itself, in order to reject morals and education system: through Derrida and Deleuze’s work, along with the freudian concept of ‘inorganic’, Bene expresses the opposition between adults’ values, such as the interest for social questions, work culture and traditional family, and the ideal world of childhood, that only includes the dimension of «play».