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dc.contributor.authorPrampolini, Massimo-
dc.date.accessioned2013-11-19T09:58:35Z-
dc.date.available2013-11-19T09:58:35Z-
dc.date.issued2011-
dc.identifier.citationPrampolini, Massimo. “L’esattezza nella poesia e nella scienza.” «Testi e linguaggi» 5(2011):295-305. [Studi monografici. Letteratura e scienza, a cura di M. Bottalico, M.T. Chialant, L. Perrone Capano]en_US
dc.identifier.issn1974-2886en_US
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/10556/805-
dc.description.abstractIl rapporto tra letteratura e scienza è circoscritto in questa nota al confronto tra il testo poetico e quello scientifico: in che cosa questi due tipi testuali sono diversi? Non c’è dubbio che avvertiamo in modo intuitivo e immediato la differenza che corre tra una formula di matematica e il verso di una lirica; ma al di là della constatazione intuitiva resta la domanda su che cosa possa dare a due scritture valori così diversi. Serve, dunque, una teoria dei tipi o tipologia testuale cui fare riferimento, e si adotterà per questo la tipologia elaborata oltre dieci anni fa da Francesco Sabatini nel saggio «Rigidità-esplicitezza» vs «elasticità-implicitezza »: possibili parametri massimi per una tipologia dei testi. Questa tipologia (denominata anche Tipologia S) classifica i testi sul piano del contenuto e li dispone secondo una gradazione di rigidità-elasticità. Sono rigidi forti d’esplicitezza i testi scientifici, con riferimento denotativo preciso (univoco). Sono elastici i testi poetici, per i quali l’ elasticità equivale a massima densità, flessibilità, mobilità connotativa, definizione che trascina con sé anche il massimo d’implicitezza, poiché il percorso interpretativo, in questo tipo di testi, si svolge tutto nello spazio traslato e alluso (non esplicito) delle connotazioni. Nei testi poetici non si può parlare di precisione e univocità di significato. Se le cose stanno così dovremmo arguire che nel testo poetico non c’è precisione. Dissolto nell’ammasso connotativo, il significato poetico di una parola o di un verso finisce per essere tirato come un elastico verso i sensi più disparati e soggettivi, per essere comunque avvolto in una implicitezza destinata a restare irrisolta. Ma siamo certi che il testo poetico non sia sottoposto anch’esso a vincoli di precisione? A una qualche forma di rigidità? E ancora: posto che tali vincoli sussistano e siano costitutivi del linguaggio e dei testi poetici, posto comunque che la caratteristica della massima densità connotativa sia realmente costitutiva dei testi poetici, in che cosa consiste la precisione del testo poetico? In quale luogo il testo poetico deve essere preciso per conservare il senso?en_US
dc.format.extentP. 295-305en_US
dc.language.isoiten_US
dc.publisherRoma : Caroccien_US
dc.sourceUniSa. Sistema Bibliotecario di Ateneoen_US
dc.titleL’esattezza nella poesia e nella scienzaen_US
dc.typeArticleen_US
È visualizzato nelle collezioni:Testi e linguaggi. Vol.5 (2011)

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