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Title: Disamina analitica de L’Amore di Galatea, libretto ‘mitopoietico’ di Salvatore Quasimodo scritto per la musica di Michele Lizzi
Authors: Capodicasa, Rita
Keywords: Mito;Libretto;Opera;Riscrittura;Myth;Book;Rewriting
Issue Date: 2024
Publisher: Avellino : Associazione Culturale Internazionale Sinestesie
Citation: Capodicasa, Rita. "Disamina analitica de L’Amore di Galatea, libretto ‘mitopoietico’ di Salvatore Quasimodo scritto per la musica di Michele Lizzi", Sinestesieonline, A. 13, no. 44, Speciale Dalla modernità a Gesualdo (dicembre 2024): 3-15
Abstract: Il mito di Galatea aveva ispirato Teocrito nell’Idillio XI e altre riscritture seguenti ne hanno via via rigenerato il senso, da Ovidio a Luis de Góngora. In pieno Novecento, il mito in tre atti di Salvatore Quasimodo, L’amore di Galatea (1964), appositamente scritto per la musica di Michele Lizzi (1915-1972), rappresenta un traguardo non poco significativo, dopo le pregresse esperienze librettistiche di Orfeo e Billy Budd. L’incrocio fra il mito di Ulisse e Polifemo con quello dell’amore di Aci per Galatea trovano la loro significazione simbolica nello sfondo suggestivo della Sicilia classica per una nuova ripresa del mito nel pieno di uno scientismo dilagante. Quasimodo umanizzerà, attualizzandola, l’immagine di Polifemo, emblema dell’amore sofferto, mai risolto, ma poi compreso in ritardo, da Galatea. L’opera musicale, germinata su questo lavoro mitopoietico, grazie alla sapiente arte compositiva di Lizzi, il musicista-umanista, nasce dal bisogno di “poggiare l’orecchio sulla propria terra” ed auscultare i suoni del mare che accoglie, suoni liberi e nativi, custoditi dal tempo e dai millenni. La fusione simbolica della Parola quasimodiana con il Suono e il melos greco della scrittura lizziana consentì un risultato finalmente completo e multiprospettico di una leggenda che riaffermava la sua forza vitale, al di là di ogni possibile traduzione ermeneutica, davanti al farsi della scena musicale.
The myth of Galatea had inspired Theocritus in Idyll XI and other subsequent rewritings have gradually regenerated its meaning, from Ovid to Luis de Gongora. In the middle of the Twentieth century, the myth in three acts by Salvatore Quasimodo, L’amore di Galatea (1964), specifically written for the music of Michele Lizzi (1915-1972), represents a significant achievement, after the previous librettist experiences of Orfeo and Billy Budd. The intersection between the myth of Ulysses and Polyphemus with that of Acis’ love for Galatea find their symbolic meaning in the evocative background of classical Sicily for a new revival of the myth in the midst of rampant scientism. Quasimodo will humanize, updating it, the image of Polyphemus, emblem of suffered love, never resolved, but then understood late, by Galatea. The musical work germinated on this complex text, thanks to the skilful compositional art of Lizzi, the musician-humanist, was born from the need to “put your ear on your own land” and listen to the sounds of the sea that welcomes you, free and native sounds, preserved by time and millennia. The symbolic fusion of the Quasimodian Word with the Sound and the Greek melos of Lizzi’s writing allowed for a finally complete and multi-perspective result of a legend that reaffirmed its vital force, beyond any possible hermeneutic translation, in the face of the unfolding of the scene.
URI: https://sinestesieonline.it/wp-content/uploads/2024/12/sinestesieonline_summerschool2024_capodicasa.pdf
http://elea.unisa.it/xmlui/handle/10556/8220
http://dx.doi.org/10.14273/unisa-6235
ISSN: 2280-6849
Appears in Collections:Sinestesieonline. Anno 13, no. speciale (Dicembre 2024)

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