Fuga dalla camera di sangue: soggettività e violenza di genere nelle opere di Carter, Machado e Valente

Abstract

Il contributo analizza la soggettività femminile nelle riscritture dell’archetipo dell’amante-demone (ATU311-312) in Carter, Machado e Valente. In The Bloody Chamber, Carter reinventa Barbablù: la protagonista, da feticcio, acquisisce agency e sfugge al martirio. Machado, in Il suo corpo, usa il nastro al collo come simbolo di potere e ossessione coniugale. Valente, in Deathless, rielabora Koschei l’Immortale, esplorando il rapporto tra violenza, desiderio e dipendenza affettiva.

This paper analyzes female subjectivity in the rewritings of the demon-lover motif (ATU311- 312) in Carter, Machado, and Valente. In The Bloody Chamber, Carter reinvents Bluebeard: the protagonist, from a fetish, gains agency and escapes martyrdom. Machado, in Her Body, uses the ribbon around the neck as a symbol of power and marital obsession. Valente, in Deathless, reworks Koschei the Deathless, exploring the relationship between violence, desire, and emotional dependence.