L'«arte del porgere» negli scritti letterari di Albino Luciani. Carte e libri in dialogo: il caso Illustrissimi

Abstract

Non esortazioni apostoliche né encicliche sono state il lascito di Albino Luciani-Giovanni Paolo I (1912-1978), ma un testo colloquiale e squisitamente letterario, Illustrissimi, la cui quarta edizione esce con la revisione e l’imprimatur papale siglato pochi giorni prima della morte. In questo saggio, Stefania Falasca, biografa e studiosa dell’opera lucianiana, che – grazie al decennale lavoro diretto sulle fonti, ne ha dato alle stampe l’edizione critica – ci introduce nella genesi e nella filigrana dell’originale silloge di quaranta lettere immaginarie di Luciani. Destinate a un caleidoscopio di personaggi storici e biblici, ignoti pittori, santi e persino un orso, autori reali di epoche e letterature diverse, personaggi del mito classico o fittizi, le lettere sono un sorprendente piegarsi di citazioni scritturali e patristiche alle voci vive e idiomatiche dei personaggi delle commedie di Goldoni o di Moliére, o quelle ancora di dottori della Chiesa ai personaggi di Rabelais o di Cervantes, in un interattivo mescolarsi di umile sublime, erudizione e chiarezza, sacro e profano, nova et vetera quale emblema di una formazione vastissima unita alla scelta teologica del sermo humilis agostiniano, di dialogo tra le carte e il libri dell’Archivio privato Albino Luciani e della sua personale biblioteca, oggi ritrovata.

Albino Luciani-John Paul I (1912-1978) left behind no apostolic exhortations or encyclicals, but rather a conversational and exquisitely literary text, Illustrissimi, whose fourth edition was published with revisions and the papal imprimatur signed a few days before his death. In this essay, Stefania Falasca, biographer and scholar of Luciani's work, who, thanks to ten years of direct work on the sources, has published the critical edition, introduces us to the genesis and filigree of Luciani's original collection of forty imaginary letters. Addressed to a kaleidoscope of historical and biblical figures, unknown painters, saints, and even a bear, real authors from different eras and literatures, characters from classical mythology or fiction, the letters are a surprising blend of scriptural and patristic quotations with the lively and idiomatic voices of characters from the comedies of Goldoni or Molière, or those of Doctors of the Church and characters from Rabelais or Cervantes, in an interactive mixture of humble sublimity, erudition and clarity, sacred and profane, nova et vetera as an emblem of a vast education combined with the theological choice of the Augustinian sermo humilis, of dialogue between the papers and books of the Albino Luciani private archive and his personal library, now rediscovered.