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dc.date.accessioned2025-12-15T09:42:43Z-
dc.date.available2025-12-15T09:42:43Z-
dc.description.abstractQuesta nota critica offre un’analisi comparativa di “Il gergo gay italiano” di Daniel De Lucia e “Le parole arcobaleno” di Elena Pepponi — due opere fondamentali per comprendere il lessico LGBT+ nell’Italia contemporanea. Muovendosi lungo l’asse dello stigma linguistico, della performatività queer e dell’agenzia discorsiva, il contributo esplora i processi di risemantizzazione e di de-gergalizzazione che plasmano il linguaggio delle soggettività non eteronormative. Particolare attenzione è dedicata alla morfosintassi inclusiva, alla tecnificazione terminologica e alla funzione terapeutica del linguaggio, concepito come spazio di resistenza e costruzione identitaria. Alcune delle riflessioni qui presentate riprendono e ampliano idee sviluppate per la prima volta in Voci (ri)trovate (in uscita in InDiscipline, ottobre 2025), ora ulteriormente arricchite attraverso un confronto diretto con l’opera di De Lucia. Ne emerge una prospettiva critica sul linguaggio come strumento politico e relazionale, capace di trasformare lo stigma in risorsa e ridefinire i confini del dicibile.it_IT
dc.description.abstractThis critical note offers a comparative analysis of “Il gergo gay italiano” by Daniel De Lucia and “Le parole arcobaleno” by Elena Pepponi—two foundational works for understanding the LGBT+ lexicon in contemporary Italy. Moving along the axis of linguistic stigma, queer performativity, and discursive agency, the contribution explores the processes of resemanticization and degergalization that shape the language of non-heteronormative subjectivities. Particular attention is given to inclusive morphosyntax, terminological technification, and the therapeutic function of language, conceived as a space of resistance and identity construction. Some of the reflections presented here revisit and expand on ideas first developed in Voci (ri)trovate (forthcoming in InDiscipline, October 2025), now further enriched through direct engagement with De Lucia’s work. What emerges is a critical perspective on language as a political and relational tool, capable of transforming stigma into a resource and redefining the boundaries of the sayable.it_IT
dc.language.isoitit_IT
dc.rightsCC BY-NC-NDit_IT
dc.relation.ispartofjournalCulture e Studi del Socialeit_IT
dc.identifier.citationVerdezza, L. (2025). Liberare le parole: stigma, queerità e lessico terapeutico. Culture e Studi del Sociale, 10(1), 186-193it_IT
dc.titleLiberare le parole: stigma, queerità e lessico terapeuticoit_IT
dc.sourceUniSa. Sistema Bibliotecario di Ateneoit_IT
dc.contributor.authorVerdezza, Luigi-
dc.date.issued2025-
dc.identifier.urihttps://www.cussoc.it/journal/issue/archiveit_IT
dc.identifier.urihttp://elea.unisa.it/xmlui/handle/10556/9049-
dc.typeJournal Articleit_IT
dc.format.extentP. 186-193it_IT
dc.identifier.issn2531-3975it_IT
dc.subjectLinguistic stigmait_IT
dc.subjectQueer linguisticit_IT
dc.subjectResemanticizationit_IT
È visualizzato nelle collezioni:Culture e Studi del Sociale. Vol.. 10, n. 1 (2025) Special Issue

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