Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: http://elea.unisa.it/xmlui/handle/10556/993
Titolo: Famiglie immigrate: il caso della comunità cinese
Autore: Nunziata, Virginia
Minichiello, Giuliano
Ammaturo, Natale
Parole chiave: Famiglia;Immigrazione;Cinesi
Data: 21-mag-2013
Editore: Universita degli studi di Salerno
Abstract: Gli immigrati da qualche anno stanno “mettono radici”1, si fermano in Italia, accanto a noi, senza avere spesso consapevolmente deciso di restare. La loro scelta si popola di nuove presenze: arrivano i coniugi, i figli, altri bambini nascono qui, nel nostro paese. Da progetto e viaggio di singoli, l’immigrazione diventa dunque familiare, coinvolge soggetti diversi, pone, all’interno e all’esterno (servizi) del nucleo, nuovi bisogni e necessità. Rendendo non più rimandabile una politica dell’accoglienza che metta al centro i nuovi arrivati e le relazioni tra questi e gli autoctoni. La presenza sul territorio nazionale di nuclei familiari stranieri, che contribuiscono anche all’aumento della popolazione italiana così come si evince dagli ultimi dati sulla popolazione, rappresenta una delle più significative conseguenze che derivano dal crescente flusso migratorio diretto verso il nostro paese, che ha portato l’Italia a doversi confrontare con questioni già emerse nell’esperienza dei paesi a più consolidata tradizione migratoria. Questo aspetto dell’immigrazione è finora rimasto un po’ in ombra nel dibattito scientifico e politico, maggiormente concentrato sull’analisi dei problemi dell’inserimento degli immigrati nel mercato del lavoro e sulla denuncia delle situazioni di maggiore marginalità dal punto di vista sociale ed economico. Oggi però, in una fase in cui si comincia, finalmente, a prendere consapevolezza del, discreto, livello di inserimento economico raggiunto dagli immigrati e delle relative chance di stabilizzazione della loro presenza, i problemi connessi con la famiglia in emigrazione assumono un’indiscutibile rilevanza e attualità.. Dare una definizione del ruolo sociale che la famiglia svolge è sempre stato un problema di difficile soluzione. Come ben spiega Donati “ogni cultura ha una sua ben precisa rappresentazione della famiglia tanto che con tale termine si designa una vasta gamma di forme sociali primarie che presentano strutture relazionali diversificate le quali variano da cultura a cultura e in base alle diverse società e alle loro tradizioni”2. La presenza della famiglia immigrata nei paesi di arrivo é considerata un importante indicatore di stabilizzazione dei flussi migratori poiché indica il passaggio da una permanenza temporanea, provvisoria, legata alla realizzazione di un obiettivo economico a breve termine, a una permanenza di lunga durata, e spesso definitiva, che implica un cambiamento radicale nelle modalità di relazione con il nuovo contesto e dei significati attribuiti alla permanenza. Quest’ultima comporta uno spostamento degli investimenti simbolici, affettivi e materiali, dal luogo di partenza a quello di arrivo; il nuovo paese, pur in presenza di forti resistenze e spesso al di là della volontà esplicita del soggetto, acquisisce ora un ruolo preponderante rispetto a quello di origine. Appare chiaro dunque che esiste un rapporto interattivo tra famiglia e migrazione, in cui ciascuno dei due soggetti esercita la sua influenza sull’altro. Da un lato la struttura e il funzionamento dei nuclei familiari influenzano la possibilità di emigrare, ma dall'altro la migrazione trasforma e influenza la famiglia sia nel paese di origine che nel paese di arrivo. L’importanza assunta dalle famiglie in emigrazione ha fatto emergere nuove e più articolate necessità da parte degli immigrati a cui è doveroso dare risposta se si vuole seguire la strada della piena inclusione dei nuovi cittadini nella società di adozione. Occorre però preliminarmente poter monitorare la situazione visto che il fenomeno migratorio continua ad essere in costante evoluzione e le famiglie degli immigrati seguono percorsi evolutivi che vanno assumendo caratteristiche specifiche a cui corrispondono bisogni non di rado differenti. Senza contare che proprio l’immigrazione ha fatto emergere nuove tipologie familiari connesse alla relazione tra autoctoni e stranieri, e al perdurare di legami parentali forti con componenti del nucleo familiare rimasti nel paese di origine. La crescente presenza di famiglie straniere, rappresenta una delle spie più significative di un tendenziale processo di stabilizzazione delle comunità immigrate. La scelta di trattare nel presente contributo il tema delle famiglie immigrate nasce dalla consapevolezza di affrontare un argomento attuale per il nostro paese e allo stesso tempo importante per comprendere non solo lo stato odierno della presenza straniera, ma anche le possibili proiezioni future. Inizialmente forniremo un quadro generale delle migrazioni internazionali, prendendo in esame, prima, la situazione a livello globale, poi la presenza ampia e differenziata all'interno del continente europeo e, infine, dell'Italia. A questo proposito, illustreremo i fattori che hanno trasformato l’Italia da Paese di emigrazione a paese di immigrazione, nel dettaglio osserveremo la distribuzione territoriale degli stranieri o immigrati, analizzandone il loro inserimento nel mondo del lavoro e le principali caratteristiche sociodemografiche. Successivamente fotograferemo la presenza migratoria in Campania, delineandone le sue principali caratteristiche. successivamente mostreremo la realtà delle famiglie straniere in Italia, tentando di farne emergere il carattere multidimensionale. Soffermandoci sui vari modelli familiari che si possono riscontrare e sull’influenza che la famiglia esercita nella scelta migratoria, poiché é all’interno dei nuclei familiari che si elabora e costruisce, con modalità diverse e spesso contrastanti, la decisione di partire. In seguito, illustreremo il processo di inserimento e di integrazione della famiglia immigrata, mettendo in luce l’importante ruolo svolto dai figli e dalle donne. Sono proprio quest’ultimi a creare una mediazione tra le due culture, quella di origine e quella del paese di accoglienza. In fine valuteremo la situazione familiare degli immigrati presenti nella città di Napoli e nei paesi vesuviani allo scopo di avere indicazioni sul processo di stabilizzazione della popolazione straniera, oltre che per segnalare possibili necessità e bisogni espressamente connessi al radicamento sul territorio. Per fare un confronto delle diverse tipologie familiari presenti nelle due aree, abbiamo illustrato i dati dell’indagine campionaria realizzata nel 2008, su un campione di 900 immigrati maggiorenni provenienti dai Pfpm (Paesi a forte pressione migratoria). La rilevazione è stata realizzata in collaborazione tra il Dipartimento di Scienze Statistiche dell’Università di Napoli Federico II e lae la Cooperativa sociale Dedalus per la rivelazione nel capoluogo, mentre nella seconda area è stata condotta dal Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Salerno. Tale ricerca3 rientra in un progetto nazionale, promosso e coordinato dalla Fondazione ISMU, in cui sono state coinvolte diverse unità di ricerca e realizzate più di 12.000 interviste, con questionario strutturato, in 32 realtà territoriali italiane. Per l’analisi che si propone, l’attenzione sarà puntata solo sulle comunità immigrate più numerose (Cinese, Srilankese e Ucraina) in modo da evidenziarne similitudini e differenze nelle strategie migratorie e nel ruolo svolto dal nucleo familiare nel processo di stabilizzazione e di inserimento nel tessuto produttivo locale. Entrando più nel particolare, l’interesse maggiore sarà rivolto alla comunità cinese, in quanto si distingue in toto dalle altre comunità presenti sul territorio. In alcuni comuni della provincia di Napoli presi in esame dalla ricerca, quali San Giuseppe Vesuviano e Poggiomarino, la presenza di una forte componente cinese, come in altre province del nostro paese, conserva una chiusura verso l’ambiente esterno, riuscendo a riprodurre usi e costumi della propria cultura di provenienza. Il rapporto che questo gruppo ha instaurato con il territorio è solamente di carattere economico e riguarda in particolare la produzione di manufatti a basso costo. Va segnalato che questo gruppo si caratterizza per la capacità di inserirsi nel contesto sociale scelto promuovendo attività in piena autonomia e altamente competitive rispetto agli imprenditori autoctoni. La forte coesione esistente tra i componenti della comunità ha portato alla costituzione di una collettività che accoglie i nuovi arrivati, facilitandone il loro inserimento sociale e lavorativo. Il ricongiungimento avviene di norma in tempi molto rapidi, tale fretta è motivata dalla necessità di avere maggiore forza lavoro (figli, fratelli, zii, nonni, mogli), infatti nessuno si sottrae a questo impegno, anzi si uniscono le forze in modo da ottimizzare i tempi. La specifica strategia migratoria di inserimento lavorativo, ha dato vita ad una comunità unica nel suo genere. Un modello del tutto particolare, che nonostante dimostri una forte stabilizzazione, sfugge ai processi d’integrazione intesi come processi interattivi e interculturali. 1 Favaro G., Dalla parte dei figli. Il ricongiungimento familiare nell’esperienza dei minori, in M. Tognetti Bordogna (a cura di), Ricongiungere la famiglia altrove. Strategie, percorsi, modelli e forme dei ricongiungimenti familiari, Milano, FrancoAngeli, 2004, pp.183-207 2 Donati P., Famiglia, in E. Scabini, P. Donati, Nuovo lessico familiare, Studi Interdisciplinari sulla famiglia, n. 14, Milano, Vita & Pensiero, 1995, p. 15. 3 Cesareo V., Blangiardo G.C. (a cura di), Indici di integrazione. Un’indagine empirica sulla realtà migratoria italiana, Milano, FancoAngeli, 2009. [a cura dell'autore]
Descrizione: 2011 - 2012
URI: http://hdl.handle.net/10556/993
È visualizzato nelle collezioni:Processi pedagogico-didattici e dell'analisi politico-sociale

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