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dc.contributor.authorVastola, Rodolfo
dc.date.accessioned2014-03-17T12:18:51Z
dc.date.available2014-03-17T12:18:51Z
dc.date.issued2013-04-24
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/10556/1163
dc.identifier.urihttp://dx.doi.org/10.14273/unisa-52
dc.description2011 - 2012en_US
dc.description.abstractL’analisi del movimento si avvale tradizionalmente di approcci quantitativi che hanno contribuito ad una conversione in unità numeriche di variabili della cinetica e della cinematica del movimento. L’attuale tendenza a fruire dei risultati emergenti in questi studi nell’ambito didattico impone una necessaria ibridazione di approcci e modelli di ricerca afferibili, al dominio delle hard sciences e delle soft sciences (Frith, 2007) nella piena consapevolezza dei rischi di un’applicazione tout court della spiegazione semplice all’interpretazione dei fenomeni didattici (Rivoltella, 2012). Il riconoscimento dell’interdipendenza tra quella parte della ricerca che si occupa del processo formativo e quella che è attenta alle caratteristiche funzionali che consentono le esecuzioni delle azioni, garantisce di disporre di una metodologia della ricerca che integra funzionalmente il tutto in un quadro concettuale comune (Sibilio, 2011). A partire da questa premessa la specifica attività di ricerca si inserisce nell’ambito delle azioni di screening della didattica speciale volte a evidenziare importanti informazioni che soggiacciono alla pianificazione e alla produzione del disegno. La pianificazione del disegno, soprattutto nei bambini, è stato oggetto di differenti studi. Il disegno nel bambino tende progressivamente ad essere più accurato nel corso dello sviluppo (Goodnow, 1977), in quanto il controllo motorio e la capacità di pianificazione diventano sempre più sofisticate, parallelamente a un miglioramento delle capacità percettive e attentive. Goodnow e Levine (1973) perseguono questa possibilità, evidenziando che il disegno, in quanto espressione antecedente alla scrittura, può fornire importanti indizi sulle abilità cognitive del bambino. Individuando alcune regole di pianificazione del disegno, relative alla copia di figure elementare, che permettono al disegnatore di semplificare il processo di pianificazione e realizzazione e di ridurre il numero di distinti programmi motori che devono essere mantenuti in memoria (Schmidt, 1975). È possibile riscontrare, nella produzione di figure elementari, alcune regolarità che mettono in relazione la forma da ricopiare con determinate ripetibili caratteristiche spazio temporali (Laquaniti et. al., 1983). Queste informazioni ci consentono di applicare specifici modelli matematici riguardanti la modalità in cui il disegno è stato prodotto. L’ obiettivo è coerente con la teoria di Flash e Hogan (1985) sul minimum Jerk, secondo cui le traiettorie sono pianificate così da minimizzare il valore quadratico medio della derivata terza dello spostamento. Gli strumenti utilizzati nella valutazione del disegno sono ancora prevalentemente qualitativi e basati sulla valutazione visiva effettuata dall'operatore. I test sono ‘’carta e matita ‘’ in cui il soggetto è tenuto a copiare una sequenza evolutiva di forme geometriche e viene assegnato un punteggio in relazione alla presenza o assenza di alcune caratteristiche. In questo esercizio, i valutatori possono incontrare delle difficoltà e ambiguità con l'aumentare della complessità della forma. Questa situazione diminuisce l'affidabilità dello scoring e l’osservazione non riesce a rivelare tutte le informazioni relative alla strategia di fondo di esecuzione del disegno (Rosenblum, 2003). L’utilizzo di sistemi tecnologici permette di ovviare a questa difficoltà e di accedere a quelle informazioni che non potrebbero essere ottenute tramite metodi di raccolta dati qualitativi come l’osservazione richiedendo l’intervento di approcci quantitativi che non riducono la complessità della traccia grafica. In un lavoro sperimentale realizzato tra il di gruppo di ricerca del “Laboratorio di analisi del movimento e di valutazione delle attitudini motorie” del Prof. Maurizio Sibilio e l’Istituto di riabilitazione Gambardella, nel quadro di un programma di implementazione dei test di valutazione tradizionali riguardante la disgrafia si è proceduto all’acquisizione e l’analisi del gesto grafico con un sistema optoelettronico con sei telecamere (BTS SMART-D, Italia), con una frequenza di acquisizione di 140 Hz, e con un sistema video integrato (Vixta, BTS, Italia) per videoregistrazione. Il sistema optoelettronico è un apparecchio che misura le coordinate 3D (X, Y, e Z) nel tempo di marcatori riflettenti. L’indagine compiuta, su un campione tre bambini diagnosticati disgrafici dell’età di 10 anni, ha evidenziato la potenzialità del sistema per una valutazione quantitativa del disegno. Le caratteristiche della tecnologia utilizzata potrà permettere in futuro di integrare altri segnali come quello elettromiografico (EMG) ed elettroencefalografico (EEG). [a cura dell'autore]en_US
dc.language.isoiten_US
dc.publisherUniversita degli studi di Salernoen_US
dc.subjectControllo motorioen_US
dc.subjectAnalisi del movimentoen_US
dc.subjectDidatticaen_US
dc.titleLe potenzialità delle tecnologie dell'analisi del movimento nell'ambito della valutazione didatticaen_US
dc.typeDoctoral Thesisen_US
dc.subject.miurM-PED/03 DIDATTICA E PEDAGOGIA SPECIALEen_US
dc.contributor.coordinatoreMinichiello, Giulianoen_US
dc.description.cicloXI n.s.en_US
dc.contributor.tutorSibilio, Maurizioen_US
dc.identifier.DipartimentoScienze Umane, Filosofiche e della Formazioneen_US
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