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dc.contributor.authorLombardi, Oriana
dc.date.accessioned2011-10-10T11:49:03Z
dc.date.available2011-10-10T11:49:03Z
dc.date.issued2011-06-06
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/10556/133
dc.description2009 - 2010en_US
dc.description.abstractNel lavoro di tesi si analizza l’evoluzione legislativa subita dall’art. 2 del d.lgs. 546/1992, nonché l’attuale formulazione che estende la giurisdizione tributaria all’intera materia tributaria (“tributi di ogni genere e specie, comunque denominati”). Emerge come l’elemento che allo stesso tempo radica e delimita la giurisdizione tributaria sia proprio la natura tributaria della prestazione oggetto della controversia; una giurisdizione, dunque, “generale”, esclusiva e non più tipizzata o tassativa, che impone necessariamente di intendersi sulla nozione di tributo. Tale nozione è di problematica delimitazione anche per l’assenza nel nostro ordinamento di una definizione normativa di “tributo”. Nel lavoro di tesi, dopo aver analizzato le principali posizioni dottrinali e giurisprudenziali sul tema, si tenta una delimitazione del concetto in parola. Tale questione per così dire “definitoria” è di fondamentale importanza per tutta una serie di entrate che si trovano in una sorta di zona grigia (si pensi, in proposito, alle prestazioni patrimoniali di carattere paracommutativo); il problema, inoltre, è reso ancora più delicato dalla circostanza che, dalla metà degli anni ’80, si è fatta strada la possibilità, per gli enti locali di procedere ad una “defiscalizzazione” di alcuni tributi e della loro conseguente sostituzione con “tariffe”, “canoni”, “prezzi”, assimilabili ai corrispettivi di diritto privato. La Corte costituzionale è stata chiamata ad intervenire ripetutamente negli ultimi anni con riferimento a questioni di legittimità sollevate con riguardo ad entrate di dubbia natura “tributaria” e ciononostante ricondotte espressamente dall’art. 2 del d.lgs.546/1992 nella cognizione dei Giudici tributari. Le “risposte” di volta in volta rese dalla Corte costituzionale forniscono parametri fondamentali per orientarsi sul tema. La tesi si completa, poi, con l’analisi del sistema degli atti impugnabili, che individuano i cd. limiti funzionali o interni della giurisdizione tributaria; si sottolinea in proposito come quanto sancito nell’art 19 del d.lgs. n. 546/1992 per cui la Commissione tributaria può essere adita solo impugnando gli atti ivi previsti dal legislatore necessita oggi, in virtù delle modifiche legislative che hanno inciso sull’art. 2, di una lettura più “aperta” e flessibile. Infine, si realizza un confronto con il processo tributario spagnolo. [versione inglese] This thesis will analyze the legislative evolution of art. 2 of the legal decree 546/1992 and also the actual formulation that extends taxation jurisdiction to the entire taxation subject (“taxes of every kind and species, whatever denomination they have”). It appears that the element which at the same time radicates and delimits taxation jurisdiction is precisely the tributary nature of the service which is the object of the controversy; therefore it is a “general” jurisdiction, which is exclusive and no longer typified or peremptory, which means that the notion of tax must be clearly understood. This notion is problematic in its delimitation also due to the absence in our laws of a legal definition of the word “tax”. In this thesis, after having analysed the main doctrinal and jurisprudential positions on this theme, an attempt will be made to delimit this concept in words. This question which can be described as “defining” is of fundamental importance for a whole series of matters which are to be found in a sort of grey area (to be considered are the patrimonial services of a Para commutative nature); the problem, furthermore, is rendered even more delicate by the circumstances which, since the mid eighties, have made it possible for local bodies o proceed towards an “exemption” from some taxes and their substitution with “tariffs”, “fees” or “prices”, assimilable to compensations in private law. The constitutional court has been called upon repeatedly in recent years to intervene with reference to questions of legitimacy raised with regard to income of a dubious “taxation” nature in spite of them being dealt with explicitly in art. 2 of the legal decree 546/1992 for the cognition of taxation judges. The “answers” given by the constitutional court provide fundamental parameters for orientation in this area. The thesis concludes with an analysis of the system of impugnable acts that identify the functional or internal limits of taxation jurisdiction; it is underlined that, as sanctioned by art. 19 of the legal decree n. impugning the 546/1992 by which the tax commission can only be compromised acts foreseen therein by the legislator, in virtue of the legislative modifications that have influenced art.2, a more “open” and flexible interpretation is necessary. Finally a comparison will be made with the Spanish taxation procedure. [a cura dell'autore]en_US
dc.language.isoiten_US
dc.publisherUniversita degli studi di Salernoen_US
dc.subjectGiurisdizione Tributariaen_US
dc.subjectCommissioni Tributarieen_US
dc.subjectTributoen_US
dc.titleLa giurisdizione tributaria: evoluzione e prospettiveen_US
dc.typeDoctoral Thesisen_US
dc.subject.miurIUS/12 DIRITTO TRIBUTARIOen_US
dc.contributor.coordinatoreLuciani, Vincenzoen_US
dc.description.cicloIX n.s.en_US
dc.contributor.tutorFiorentino, Stefanoen_US
dc.identifier.DipartimentoDipartimento di diritto e impresa del lavoroen_US
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