Comunicazione didattica e mediazione educativa. La generazione creativa della conoscenza
Abstract
Il mio programma di ricerca intraprende un'analisi approfondita
dell'educazione cognitiva e del Metodo Feuerstein, attraverso una fitta rete di
contributi interdisciplinari, per comprenderne le logiche sottese e verificarne la
praticabilità.
Durante il primo anno di ricerca, ho svolto un'approfondita analisi
bibliografica, allo scopo di delineare la matrice teorico-scientifica del progetto.
Per tale ragione, ho seguito un corso di formazione al Metodo Feuerstein per
l'applicazione del Programma di Arricchimento Sirutturaie di I livello, presso il
Centro per l'Apprendimento Mediato di Rimini, patrocinato dall'Inlernalional
Center for the Enhancement of Learning Potential di Israele. Durante il corso, ho
avuto modo di approfondire le metodologie e gli strumenti del PAS, al fine di
impostare correttamente il mio programma di ricerca.
Reuven Feuerstein è una delle figure più importanti nello scenario
contemporaneo delle scienze dell'educazione e della psicologia cognitiva. La sua
prospettiva teorica, definita Interazionismo Sociale, si inquadra all'interno del
cognitivismo, del costruttivismo e della psicologia umanistica.
Il Metodo si caratterizza come uno dei primi approcci metacognitivi apparsi
in ambito educativo e riabilitativo ed è attualmente sperimentato in tutte quelle
situazioni in cui è necessario potenziare le risorse umane, come il campo
educativo, aziendale e riabilitativo.
Le teorie di Feuerstein sono contraddistinte da una grande fiducia nella
modificabilità umana e da una visione ottimistica delle situazioni di difficoltà
cognitiva. Nessun individuo raggiunge mai la piena estensione delle sue
potenzialità intellettive, ma può continuare ad evolversi lungo tutto l'arco della
vita, a prescindere dall'età, dallo status socio-culturale e dalla natura dei suoi
deficit.
L'ipotesi di una mediazione educativa ideale, che accolga il soggetto
all'interno di un sistema reticolare di conoscenze e competenze trasversali, si
rende necessaria per deternlinare i principi regolatori di un "ambiente
modificante", che coinvolga le agenzie formative e fornisca al discente un orientamento di senso.
L'apprendimento nella società complessa è una modalità strutturale della
vita, un investimento a lunga scadenza che implica un'attività consapevole,
intenzionale e collettiva. Le esperienze scolastiche e lavorative non riguardano
l'esecuzione routinaria di script comportamentali, piuttosto la gestione di una
realtà mutevole e sfuggente, che richiede con impellenza nuove abilità e saperi
emergenti.
Tale logica impone all'individuo l'esigenza di riprogettarsi continuamente
m una costante e faticosa attività di co-costruzione dialogica ed esperienziale
delle conoscenze.
Se la concezione de]]' apprendimento legata alla modernità è definita dalla
logica lineare del rapporto causa-effetto, facilmente declinabile in termini di
progettazione, programmazione, somministrazione e monitoraggio, il neoapprendimento
postmodemo decreta un' appropriazione generativa di saperi in cui
tutti i punti di riferimento, che attribuivano solidità al mondo e favorivano la
selezione delle strategie di vita, esplodono in una moltiplicazione indiscriminata
di prospettive.
I recenti studi dello statista americano James J. Heckmann, premio Nobel
per l'economia nel 2000 e direttore del Centre far Social Program Evaluation,
hanno evidenziato come negli ultimi decenni il rapporto tra apprendimento ed
esiti formativi sia profondamente mutato. Nello specifico, le sue ricerche
dimostrano come i successi individuali siano maggiormente influenzati dalle
esperienze sociali, piuttosto che dai risultati apprenditivi ottenuti a scuola. Il fatto che la maggior parte dell'apprendimento individuale si realizzi in contesti extra-scolastici conferma llilcora una volta l'attualità delle teorie di Lev Semenovic Vygotskij sul ruolo dell'interazione sociale nello sviluppo del pensiero del bambino... [a cura dell'autore]