Seconda lingua - La qualità della formazione. Un’indagine nella scuola secondaria di I grado
Abstract
Negoziazione, interazione, interculturalità e plurilinguismo sono le parole chiave della recente glottodidattica. Poiché si parla insistentemente di globalizzazione e di efficacia della comunicazione, uno dei punti salienti più marcati, da un punto di vista didattico, è la necessità di accompagnare gli apprendenti verso la conquista della cosiddetta “abilità di negoziazione” , lo sviluppo della quale rende l’interlocutore in grado di saper chiedere aiuto e/o spiegazioni e chiarimenti per risolvere eventuali malintesi che possono sorgere nella pragmatica di scambi comunicativi. La maturazione di questa competenza comporta la parallela gestione della capacità di interazione, un altro degli elementi fondamentali sui quali la glottodidattica concentra la sua attenzione; non a caso, il lemma “interazione” presenta ben come descrittore di ricerca. La capacità di negoziare e interagire con un interlocutore presuppone, nondimeno, la conoscenza e l’accettazione di una cultura diversa dalla propria. Per questa ragione, coadiuvanti dell’abilità di negoziazione e interazione diventano, oltre alla tradizionale competenza metalinguistica, la competenza strategica , metadiscorsiva e interculturale fin dal primo ciclo di apprendimento, indicate dal più generico descrittore “competenza comunicativa” e “competenza pragmatica”. L’approccio che si privilegia è dunque di tipo pragmatico-comunicativo e vede l’implicazione e la cooperazione di docente e apprendente in uno stesso processo di sviluppo al fine di arrivare a “costruire” l’apprendimento dell’allievo mediante la maturazione dinamica e interagente di nuove conoscenze e abilità, frutto di osservazione, auto-osservazione e processi di riflessione delle proprie ed altrui attività cognitive. Le possibili attività da proporre, perciò, mirano oggi allo sfruttamento dei linguaggi di tutti i media (musica, arte, cinema, prosa, poesia, teatro, pubblicità, fumettistica, grafica, Internet, ecc.) per essere più dinamiche e far leva sul divertimento ludico (prosecuzione di dialoghi, drammatizzazione, interviste, role-play, scambio di e-mail, giochi didattici, ecc.). Per quanto riguarda le attività laboratoriali in particolare, si tende a incentivare sempre più percorsi di apprendimento di tipo CLIL per un uso veicolare della lingua straniera. [a cura dell'autore]