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dc.contributor.authorPfister, Manfred
dc.date.accessioned2013-04-18T10:58:03Z
dc.date.available2013-04-18T10:58:03Z
dc.date.issued2009
dc.identifier.citationPfister, Manfred. “What and how do poems know? An ancient question reconsidered in the light of Gilbert Ryle’s distinction between ‘Knowing that’ and ‘Knowing how’.” «Testi e linguaggi» 3(2009): 19-34. [Studi monografici. Letteratura e altri saperi, a cura di L. Perrone Capano e C. Perugini]en_US
dc.identifier.issn1974-2886en_US
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/10556/575
dc.description.abstractIl filosofo inglese Gilbert Ryle in una lezione seminale dal titolo Sapere come e sapere che, pubblicata nei “Proceedings of the Aristotelian Society” (vol. 46, 1945/6) e in versione riveduta in un capitolo di The Concept ofMind (1949) dello stesso Ryle, distingueva tra due generi di conoscenza: “sapere che” (sapere “che qualcosa è così”) e “sapere come” (sapere “come fare le cose”). Nell’articolo si userà questa distinzione per riformulare la domanda: quali particolari generi di conoscenza comunicano la poesia, o la letteratura in generale? E quali particolari forme di comunicazione mettono in atto? Per indagare la questione si prenderà in considerazione la differenza tra “poetica” e “poiesis” in testi metapoetici inglesi da Sidney a Pope.
dc.format.extentP. 19-34en_US
dc.language.isoenen_US
dc.sourceUniSa. Sistema Bibliotecario di Ateneoen_US
dc.titleWhat and How Do Poems Know? An Ancient Question Reconsidered in the Light of Gilbert Ryle’s Distinction between "Knowing That" and "Knowing How"en_US
dc.typeArticleen_US
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