dc.contributor.author | Asti, Chiara | |
dc.date.accessioned | 2021-12-06T10:16:06Z | |
dc.date.available | 2021-12-06T10:16:06Z | |
dc.date.issued | 2016 | |
dc.identifier.citation | Chiara Asti, C'è in gioco la libertà! Fare public history sulla Repubblica di Montefiorino con un board game collaborativo, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, 2017 | it_IT |
dc.identifier.uri | http://elea.unisa.it:8080/xmlui/handle/10556/5816 | |
dc.identifier.uri | http://dx.doi.org/10.14273/unisa-3915 | |
dc.description.abstract | La public history in Italia è una disciplina non ancora formalizzata, praticamente ignorata a livello accademico, anche se negli ultimi anni alcuni storici hanno iniziato a ragionare su questa materia. Sul mercato, invece, esistono varie esperienze di quella che oltreoceano è definita come public history: i vari musei d'impresa che vogliono valorizzare il proprio marchio; le iniziative degli Istituti storici con le Pubbliche amministrazioni, le associazioni e le scuole del territorio, come ad esempio i viaggi della memoria; le raccolte di fonti con la partecipazione attiva dei privati. In Italia ci sono anche esempi di aziende che lavorano dichiaratamente nel campo della public history, come “Cliomedia Officina”. La mancanza di un ragionamento teorico e di una formalizzazione accademica non hanno quindi impedito lo sviluppo e la diffusione di pratiche attive di public history. Uno dei settori di sua pertinenza è rappresentato indubbiamente dai musei. Molti musei infatti si preoccupano di coinvolgere il pubblico, modulando l'offerta a seconda dei possibili destinatari. Inoltre escono sul territorio e fanno la storia delle comunità coinvolgendole. I programmi e i siti dei musei, anche in Italia, mostrano ormai la chiara intenzione di superare un ruolo esclusivamente conservativo per concentrarsi sulle pratiche di valorizzazione e promozione culturale. Nell'attività didattica e divulgativa i musei ricorrono sempre più spesso a pratiche ludiche. Il gioco è una modalità di apprendimento attiva e partecipata, che quindi risponde perfettamente ai canoni della public history. Non solo i giocatori rappresentano un audience preferenziale per la storia, ma il gioco stesso è uno strumento ideale per fare storia “in” e “con” il pubblico. | it_IT |
dc.language.iso | it | it_IT |
dc.publisher | C. Asti, C'è in gioco la libertà! Fare public history sulla Repubblica di Montefiorino con un board game collaborativo, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, 201 | it_IT |
dc.source | UniSa. Sistema Bibliotecario di Ateneo | it_IT |
dc.title | C'è in gioco la libertà! Fare public history sulla Repubblica di Montefiorino con un board game collaborativo | it_IT |
dc.type | Master's thesis | it_IT |