Predisposizione ai rapporti di schiavitù e ruolo del diritto internazionale privato al vaglio della giurisprudenza CEDU sulla maternità surrogata
Abstract
In the framework of the subsidiary and dialectical relationship between the
ECtHR and national courts, the discipline of surrogacy, although initially assimilated
to that form of slavery defined as "trafficking in human beings", is increasingly
orienting itself towards forms of protection inspired by the superior and exclusive
interest of the child that art. 8 of the ECHR provides for vulnerable family
relationships. Despite its merits, however, such an approach does not prove capable
of affecting the anti-legal and anti-social mentality that distinguishes surrogacy
practices and that the Italian Private International Law (PIL), on the contrary,
contributes to counteract. An action to raise awareness in favor of the creation of a
solid culture of PIL, which has at its center the individual and his ability to selfregulate, connect and interact, could in this sense represent a useful contribution to
affirm appropriate models of individual and collective responsibility and to facilitate,
therefore, the abandonment of slave-type models. Nel quadro del rapporto sussidiario e dialettico fra la Corte EDU e le Corti
nazionali, la disciplina della maternità surrogata (m.s.), benché inizialmente
assimilata a quella forma di schiavitù definita come “traffico di esseri umani”, mostra
di orientarsi sempre più spesso verso forme di tutela ispirate al superiore ed esclusivo interesse del minore che l’art. 8 CEDU prevede per i rapporti familiari vulnerabili.
Nonostante i suoi pregi, tuttavia, un tale approccio non si dimostra in grado di
incidere sulla mentalità antigiuridica e antisociale che contraddistingue la m.s. e che
il Diritto internazionale privato (DIP) italiano, viceversa, concorre a contrastare.
Un’azione di sensibilizzazione a favore della creazione di una solida cultura di DIP,
che abbia al suo centro l’individuo e la sua capacità di autoregolamentazione,
connessione e interazione, potrebbe in questo senso rappresentare un utile contributo
per affermare modelli di responsabilità individuale e collettiva del tutto consoni agli
scopi del DIP e agevolare, quindi, l’abbandono dei modelli di tipo schiavistico.