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dc.contributor.authorCometti, Marcella
dc.date.accessioned2023-02-01T11:29:49Z
dc.date.available2023-02-01T11:29:49Z
dc.date.issued2022
dc.identifier.issn2532-2079it_IT
dc.identifier.urihttp://www.fsjeurostudies.eu/files/FSJ.3.2022.8.COMETTI.pdfit_IT
dc.identifier.urihttp://elea.unisa.it:8080/xmlui/handle/10556/6305
dc.identifier.urihttp://dx.doi.org/10.14273/unisa-4387
dc.description.abstractL’accesso al diritto di asilo in Grecia è sistematicamente ostacolato dall’attuazione di pratiche di respingimento in frontiera e dall’applicazione del concetto di Paese Terzo sicuro nel contesto delle procedure di riconoscimento della protezione internazionale. A fronte di questo quadro, nel contributo si è svolta un’analisi della mobilitazione della società civile e del Parlamento europeo volta a stimolare una qualche reazione della Commissione europea quale “Guardiana dei Trattati”. La risposta dell’Istituzione delinea da un lato una sorta di inazioneosservazione dello status quo, dall’altro un qual certo “attenuato attivismo” nel tentare di porre rimedio agli inadempimenti degli obblighi derivanti dal diritto dell’Unione europea. In questa cornice, al fine di ragionare su “vie rimediali” differenti, si volge lo sguardo al c.d. “uso alternativo” del rinvio pregiudiziale d’interpretazione e allo strumento della condizionalità dei fondi. Il quadro delineato, riflettendo sulle motivazioni alla base dell’immobilismo/attenuato attivismo della Commissione nel caso di specie, si vuole inserire all’interno della più ampia riflessione sul margine di discrezionalità della Commissione europea nell’avviare procedure d’infrazione per mettere in luce nuovi elementi fattuali che, effettivamente, sembrerebbero chiamare ad un cambio di paradigma.it_IT
dc.description.abstractAccess to the right to asylum in Greece is systematically hindered by the implementation of border rejection practices as well as the application of the Safe Third Country concept in the context of asylum procedures. Against this backdrop, the contribution analyses the mobilisation of civil society and the European Parliament aimed at evoking some reaction from the European Commission given the latter’s remit – at least on paper – as 'Guardian of the Treaties'. The institution's response outlines, on the one hand, a kind of inaction-observation of the status quo, and on the other hand, a certain 'weakened activism' in attempting to remedy breaches of obligations under EU law. Within this framework, in order to examine different 'remedial avenues', we turn our attention to the so-called 'alternative use' of the preliminary reference and the conditionality's instrument. By reflecting on the motivations underlying the Commission's immobility/attenuated activism in this case, the outlined framework is intended to form part of a broader reflection on the European Commission's discretion in initiating infringement procedures. In doing so, new factual elements are highlighted that, indeed, would seem to call for a paradigm shift.it_IT
dc.format.extentP. 175-210it_IT
dc.language.isoitit_IT
dc.rightsCC BY SAit_IT
dc.sourceUniSa. Sistema Bibliotecario di Ateneoit_IT
dc.subjectInfringement procedureit_IT
dc.subjectPushbacksit_IT
dc.subjectSafe Third Countryit_IT
dc.subjectConditionalityit_IT
dc.subjectTask Force Migration Management.it_IT
dc.titleLa risposta della Commissione europea al “deterioramento” del diritto di asilo in Grecia: riflessioni sull’attenuato attivismo dell’Istituzione “guardiana dei Trattati”it_IT
dc.typeArticleit_IT
dc.relation.ispartofjournalFreedom, Security & Justice: European Legal Studiesit_IT
dc.identifier.doi10.26321/M.COMETTI.03.2022.08it_IT
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