Il palazzo longobardo di Salerno e le leggi arechiane
Abstract
Il Palazzo Longobardo di Salerno è stato al centro della relazione dello storico e ricercatore Pasquale Natella, che ha sottolineato la sua rilevanza non solo come residenza del potere longobardo, ma come vero e proprio fulcro politico e culturale della città. Costruito tra l’VIII e il IX secolo, durante il regno di Arechi II, il palazzo fungeva da residenza principesca e da centro amministrativo, rappresentando un simbolo della potenza longobarda. Natella ha evidenziato come il palazzo, inizialmente concepito come una struttura fortificata, si sia evoluto nel tempo, diventando la sede centrale della corte longobarda e un punto di riferimento per le decisioni politiche più rilevanti. Il dott. Felice Pastore ha ulteriormente sviluppato questo argomento, mettendo in evidenza il ruolo strategico di Salerno come sede della corte ducale, trasferita da Benevento che rimarrà capitale, per iniziare la stagione del Principato dopo la sconfitta dei Longobardi a Pavia nel 774 ad opera dei Franchi. La città, infatti, non era solo il cuore politico, ma anche un importante centro culturale. Il Palazzo Longobardo, con la sua posizione dominante sulla città, era un segno tangibile della centralità di Salerno nel panorama della Longobardia meridionale. La sua evoluzione da fortezza a residenza principesca ha rappresentato anche un cambiamento significativo nel modo in cui i longobardi concepivano la propria autorità.