AIPH 49 – I Longobardi in Italia e il Centro studi longobardi
Data
2020Autore
Archetti, Gabriele
Azzara, Claudio
Rotili, Marcello
Stroppa, Francesca
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Il tema muove dalla ricorrenza centenaria dell’arrivo dei Longobardi in Italia nel
568-569, provenienti dalla Pannonia al seguito di re Alboino, per indagare l’importanza e
gli effetti nel lungo periodo di un evento cruciale che ha cambiato la storia della penisola,
dando origine al medioevo italiano. I lasciti della presenza e della cultura longobarda
sono, ancora oggi, molteplici – si pensi soltanto al nome della Lombardia, territorio dove
il regno longobardo istituì a Pavia la sua capitale – e di tale importanza da essere inclusi
dall’UNESCO nel 2011 nella Lista del patrimonio mondiale dell’umanità, con il sito seriale
“I Longobardi in Italia. I luoghi di potere (568-774 d.C.)”, comprendente i monumenti
di Benevento, Brescia, Campello sul Clitunno, Castelseprio, Cividale del Friuli, Monte
Sant’Angelo, Spoleto.
Un lascito che accomuna tutto il paese e rende necessario un itinerario di studio da nord
a sud, comprendente gli elementi di continuità, di integrazione e le differenze nel contesto
della formazione dell’Europa medievale e delle sue relazioni con i grandi imperi bizantino
e arabo del bacino del Mediterraneo. Per questa ragione è stato istituito il Centro studi
longobardi che, muovendo dalla tradizione storica e documentaria, mette in luce il valore
dei resti monumentali ancora esistenti. Fa fede l’attività promossa a livello congressuale,
le ricerche sui singoli siti – come nel caso di Santa Giulia di Brescia, di Castelseprio, di
Benevento o di Capua – e dell’originale promozione del Museo Piamarta, eretto all’interno
degli spazi rustici della clausura del monastero femminile di San Salvatore di Brescia.