Panel 15 - Mappare il lavoro: fra Digital History e Digital Public History
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Data
2022Autore
Bertucelli, Lorenzo
Ruzzon, Alessandro
Betti, Eloisa
Creatini, Federico
Ostuni, Andrea
Metadata
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Gli strumenti tecnologici offerti da Internet stanno moltiplicando la presenza di siti e portali
che muovono a partire dall’idea della “mappa”. La storia del lavoro non è rimasta estranea
a questo movimento, con diverse esperienze su base territoriale che provano a mappare
la geografia del lavoro e del suo passato in determinati contesti e/o settori e categorie per
offrire contenuti che puntano in varie direzioni: memorie, risorse documentarie, contatti
con i soggetti culturali, ricostruzioni delle parabole storiche, reperimento di informazioni
sulle culture locali del lavoro, offerta didattica e formativa.
Se da una parte questi strumenti presentano tutte le caratteristiche della Digital History
mettendo a disposizione le risorse per fare la storia, dall’altra in non pochi casi ricercano
forme di interazione con il pubblico, aprendo la partita della Digital Public History.
Il panel intende mettere a confronto alcune esperienze realizzate in Veneto,
Emilia-Romagna e Toscana, le aree della Terza Italia. In prima battuta, saranno individuati
gli obiettivi iniziali dei progetti, le riflessioni alla base della costruzione dell’idea di mappa,
le pratiche adottate ed i limiti incontrati. In secondo luogo, la riflessione proverà a ragionare
sulle forme di coinvolgimento e interazione con il pubblico che questi progetti hanno
innescato o possono innescare, non trascurando di provare a definire un’idea di “pubblico”.
Quella che sembra una questione banale – il pubblico può essere inteso come la popolazione
dell’area di riferimento – in realtà apre le porte ad aspetti più articolati ma centrali nella
realizzazione di questi progetti, ovverosia se per pubblico da coinvolgere non vada anche
intesa tutta quella platea sfaccettata di soggetti (sindacati, imprese, associazionismo di
natura economica ma anche enti culturali) che sono interlocutori imprescindibili ed agenti,
non sempre consapevoli, di cultura storica.