AIPH 76 – La frontiera permeabile fra storia e letteratura: fonti, funzione sussidiaria e problematiche generali e di metodo
Data
2019Autore
Botti, Alfonso
Bajini, Irina
Marini, Anna Marta
Vergallo, Luigi
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Il tentativo di definire ciò che la Public History rappresenta oggi in Italia interseca e
rinnova l’antico tema del rapporto fra storia e letteratura. Nella letteratura, nel teatro e nella
televisione – e in particolare nelle telenovelas - si registrerebbe una sospensione della
realtà che media la iper-realtà della storia [Bajini]. Un'altra spiegazione del successo di
testi letterali o teatrali a sfondo storico è la possibilità intrinseca, per il pubblico, di
sperimentare il passato come contrasto o connessione con il presente, ciò che è
naturalmente coerente con gli scopi principali della Public History.
La composizione in forma letteraria è necessaria alla ricostruzione dell’immagine e
dell’interpretazione storica, ma la dimensione storica in senso stretto sarebbe presente
esclusivamente nel testo storiografico; oggi tuttavia questa ipotesi potrebbe apparire
discutibile soprattutto nell’ambito della PH. Come sosteneva anche Georges Lefebvre, la
storiografia ha un impianto strutturato su ipotesi plausibili e circostanziate, insomma su
probabilità, dunque anche lo storico - di fatto - propone una ricostruzione parziale,
soggettiva. Le fonti letterarie possono acquisire legittimità agli occhi degli storici, nel
senso che la letteratura diventa oggetto storico anche quando manca di oggettività poiché
diviene fonte in sé. Si può per esempio esplorare attraverso di essa una frazione di realtà
storica, o analizzarne la ricezione coeva e al contempo la percezione attuale [Vergallo].
Anche nel lavoro storico i risultati non sono i fatti ma un racconto e una interpretazione di
essi, anche nel contesto storiografico risultano pertanto necessarie precise strategie
narrative. Narrare la realtà significa dunque ridurla e renderla intellegibile, processo che - ancora
una volta - attiene intrinsecamente alla ricerca nel campo della PH. La società produce una
serie di immagini del suo passato e una porzione di queste passa inevitabilmente attraverso
la letteratura, la quale a sua volta non si dà al di fuori della storia. La frontiera tra esse è
dunque porosa, e tale porosità è essenziale a una “pubblicità della storia”, una storia cioè
capace di dialogare in termini storiografici con narrazioni “negate”, “acerbe” o “in
costruzione” [Marini]. Il rapporto fra storia e letteratura persiste dunque nell’interrogare gli
storici in generale - e soprattutto coloro che si occupano di PH - con domande nuove e
capaci di stimolare riflessioni che paiono utili allo stesso tentativo di giungere a una o più
definizioni della disciplina, oltre che a un suo fondamentale statuto (sui problemi di
metodo insisterà il coordinatore Alfonso Botti).