AIPH 59 – Public Historians ante litteram: la lettura della contemporaneità tra tardo Medioevo e prima età moderna
Abstract
Nel panorama delle produzioni e degli studi di Public History è prevalente uno sguardo
che si concentra sulla contemporaneità. Il contributo che si vuole apportare con questa
proposta è di allargare la prospettiva cronologica e di ricercare “esperienze di Public
History” in epoche precedenti: il tardo Medioevo, l’Italia del primo Cinquecento e
l’Inghilterra elisabettiana. Il proposito è di analizzare tre figure diverse tra loro per epoca,
formazione e attività, ma accomunate dall’utilizzo pubblico della Storia con finalità e modi
specifici per i rispettivi periodi e contesti di appartenenza. L’obiettivo è di individuare
degli elementi di Public History nei tre casi di studio, servendosi delle competenze del
public historian.
Nelle pagine di Guicciardini si legge la possibilità di attuare un difficile connubio tra il
ruolo sociale dello storico e l’esperienza generata dalla conoscenza storica. Lo storico
fiorentino riesce ad unire l’esperienza personale, acquisita durante i suoi numerosi
incarichi, e l’esperienza indiretta che si ottiene dalla conoscenza della Storia. In lui si
potrebbe, infatti, vedere un antecedente del ruolo pubblico del public historian. Le
Histories di Shakespeare sono il tentativo del drammaturgo inglese di interpretare il
presente attraverso le lenti del passato, suggerendo quindi al proprio pubblico una
riflessione che muove dalla vicenda storica ma investe il presente e la realtà
contemporanea. La falsa donazione di Costantino ha inciso sulla politica dell’epoca applicando gli studi
storici ad un ruolo pubblico e politico. Attraverso l’opera di Lorenzo Valla si possono
scorgere due elementi fondamentali: l’importanza della veridicità della storia e l’utilizzo
politico che di essa già si faceva uso nel corso dell’ultimo XV secolo. Due aspetti che
proprio un public historian deve anche oggi saper affrontare.