AIPH 57 – Razzismi, leggi razziali e Shoah: aspetti e metodi della comunicazione al di fuori dei contesti specialistici
Date
2019Author
Veronese, Alessandra
Dell'Aversano, Carmen
Franceschini, Fabrizio
Puccini, Luigi
Bernardini, Daniela
Metadata
Show full item recordAbstract
Scopo del panel è discutere su come veicolare le tematiche legate all'approvazione delle
leggi razziali fasciste, ai loro effetti sulla deportazione degli ebrei, alla Shoah, al di fuori
dei contesti strettamente specialistici. L'istituzione della Giornata della Memoria ha
favorito una maggiore presenza di questi temi nel discorso pubblico, ma senza un efficace
metodo di veicolazione la memoria degli eventi legati alla Shoah rischia di trasformarsi in
una vuota ripetizione dei suoi orrori, senza contribuire significativamente a modificare
l'approccio dei giovani e dei meno giovani.
La collaborazione tra università e scuola è in questo senso imprescindibile, al fine di
poter veicolare una conoscenza più fondata degli eventi e favorire la consapevolezza del
loro significato nella società in cui viviamo oggi.
Nel 2018 cade l'80° anniversario della firma delle leggi razziali a San Rossore, dal 1938
molto si è discusso sul tema della razza, sulla legislazione antiebraica in Germania e in
Italia, sul significato della loro promulgazione. Tuttavia, ancora oggi si sente parlare di
“razza”, anche se più raramente in relazione al popolo ebraico. Se le narrazioni storiche
vengono presentate solo come prodotti elaborati da specialisti, finiscono per restare
estranee alla stragrande maggioranza della popolazione, inclusa quella studentesca.
Per questo la prima relazione si concentrerà sulla metodologia del LARP (Live Action
Role Playing), intesa come un possibile mezzo per far avvicinare alla storia anche coloro
che non mostrano verso di essa un particolare interesse. La seconda relazione affronta la questione della “dissemination” del sapere storico
attraverso il mezzo letterario. Ci si concentra in modo particolare sulle testimonianze
relative al momento dell'arresto, che però non rappresenta il passaggio dalla libertà alla
prigionia, ma da una condizione di “prigionia giuridica” (leggi razziali) ad una condizione
di prigionia nel lager. L'ultima relazione, infine, si concentra sull'importanza di iniziative
come il “Treno della memoria”, un'esperienza fortemente coinvolgente, che spinge chi vi
partecipa a costruire il proprio manuale di storia, sia attraverso lo studio personale che
mediante la ricostruzione dei fatti, con l'aiuto dei documenti e per mezzo di una ricerca
delle fonti individuale.