Mostra i principali dati dell'item
AIPH 46 – Il rapporto tra storia e memoria degli eventi calamitosi nella longue durée (secoli XVI-XX): esperienze di ricerca
dc.date.accessioned | 2025-07-10T07:55:46Z | |
dc.date.available | 2025-07-10T07:55:46Z | |
dc.description | E. Riva, “AIPH 46 – Il rapporto tra storia e memoria degli eventi calamitosi nella longue durée (secoli XVI-XX): esperienze di ricerca”; “Memorie di disastri lontani. I terremoti nella Monarchia ispanica nella letteratura scientifica di fine Seicento” (D. Cecere); “Narrare e rappresentare il terremoto: la cartografia storica come strumento di Public History” (A. Gallia); “Rappresentare la memoria. Le catastrofi naturali in Sicilia nella seconda metà del XVII secolo” (G. Scaglione); “Il disastro del Vajont e la noche de Tlatelolco: la prospettiva e la memoria dei vinti tra calamità e genocidio” (F. Filioli Uranio) in Metti la storia al lavoro! Seconda conferenza italiana di Public History, Pisa, 11-15 giugno 2018, AIPH Associazione Italiana di Public History, 2019, pp. 236-241 | it_IT |
dc.description.abstract | L’obiettivo del panel è di interrogarsi sulla memoria degli eventi calamitosi nell’età moderna e contemporanea. Il panel sarà l’occasione di rileggere gli eventi calamitosi secondo le linee della più recente storiografia, in un’ottica non solo del rapporto tra storia e memoria, ma anche secondo un approccio alla psicologia e all’antropologia delle emozioni delle catastrofi nella longue durée. Gli eventi calamitosi dei secoli XVI-XVIII venivano spesso percepiti come distruttivi al pari delle guerre che percorrevano il continente. Esperienze da stress post-traumatico, in cui la memoria fa emergere vulnera di diverso genere, come paura e rabbia, sono rintracciabili in filigrana nelle cronache contemporanee. Il tipo stesso di emozioni e la percezione degli eventi calamitosi dipendono dall’identità e dalla posizione sociale di chi le vive, che è spesso la stessa persona che redige le cronache, che però non dà vita agli egodocumenti contemporanei (in cui compaiono emozioni personali, come la colpa o la vergogna), ma redige di fatto memorie in cui si riflettono le esperienze collettive e le emozioni condivise. Un aspetto che verrà messo in luce è anche l’evoluzione del tipo di supporto su cui venivano e vengono trasmesse le informazioni, le relazioni e le testimonianze relative agli eventi calamitosi: se nel corso dell’età moderna il supporto era unicamente cartaceo e pergamenaceo, nell’età contemporanea si assiste alla registrazione e alla circolazione delle informazioni anche su supporto audio-televisivo e quindi telematico. Proprio questa evoluzione ci permette di interrogarci anche su come è cambiato il rapporto con la memoria e la percezione stessa degli eventi calamitosi e come questi vengano letti con chiavi interpretative diverse non solo a seconda di chi redige un’informazione, ma anche su quale supporto viene registrata, e poi da chi viene letta e come viene percepita. Se la percezione e il racconto delle catastrofi ambientali sono temi sottoposti a un’attenta lettura e rilettura a partire dagli anni ’70-’80 del XX secolo, meno noto è il rapporto tra percezione e circolazione delle informazioni per quanto riguarda i disastri naturali dell’età moderna. Tuttavia, esiste una rilevante mole di fonti – testuali, iconografiche e cartografiche – d’epoca moderna che mette in evidenza quanto i disastri ambientali colpissero le società coeve, anche a molti anni di distanza dall’evento. In questo quadro, che rappresenta una sfida di notevole interesse per gli sviluppi storiografici dei prossimi anni, si vogliono rianalizzare quelle fonti come strumento di narrazione di un evento e come agente per suscitare reazioni e per fissare la memoria collettiva in comunità al cui interno era ben presente e sedimentato il concetto di rischio ambientale. In quest’ottica bisogna anche sottolineare come la trasformazione del mondo naturale, che ha subito un’accelerazione esponenziale a partire dalla rivoluzione industriale, rappresenta un mezzo per studiare ed esplorare la storia del potere. Focalizzandosi sulla maniera attraverso la quale diversi gruppi sociali trasformano la natura e sulla contesa che segue per organizzare questa trasformazione, è possibile rileggere il passato, anche quello precedente alla prima industrializzazione, seguendo le criticità che rappresentano una sfida per l’attuale mondo globalizzato10, in cui l’accesso alle informazioni (e la mancanza di esso) rappresenta un forte strumento di governance sovranazionale. | it_IT |
dc.language.iso | it | it_IT |
dc.rights | CC BY-ND 4.0 | it_IT |
dc.relation.ispartofjournal | Metti la storia al lavoro! Seconda conferenza italiana di Public History. Pisa, 11-15 giugno 2018 | it_IT |
dc.identifier.citation | Elena Riva, “AIPH 46 – Il rapporto tra storia e memoria degli eventi calamitosi nella longue durée (secoli XVI-XX): esperienze di ricerca” in Metti la storia al lavoro! Seconda conferenza italiana di Public History, Pisa, 11-15 giugno 2018, AIPH Associazione Italiana di Public History, 2019, pp. 236-241 | it_IT |
dc.title | AIPH 46 – Il rapporto tra storia e memoria degli eventi calamitosi nella longue durée (secoli XVI-XX): esperienze di ricerca | it_IT |
dc.source | UniSa. Sistema Bibliotecario di Ateneo | it_IT |
dc.contributor.author | Riva, Elena | |
dc.contributor.author | Cecere, Domenico | |
dc.contributor.author | Gallia, Arturo | |
dc.contributor.author | Scaglione, Giannantonio | |
dc.contributor.author | Filioli Uranio, Fabrizio | |
dc.date.issued | 2019 | |
dc.identifier.uri | https://aiph.hypotheses.org/7389 | it_IT |
dc.identifier.uri | http://elea.unisa.it/xmlui/handle/10556/8526 | |
dc.publisher | AIPH - Associazione Italiana di Public History | it_IT |
dc.type | Other | it_IT |
dc.format.extent | P. 236-241 | it_IT |
dc.identifier.isbn | 978889441081 | it_IT |
dc.subject | Storia e Memoria | it_IT |
dc.subject | Narrazioni | it_IT |
dc.subject | Storia urbana | it_IT |
dc.subject | Storia dell'ambiente e del paesaggio | it_IT |