AIPH 41 – Tra rivoluzione dei costumi e denuncia sociale: una Historymap e un documentario sul lungo Sessantotto
Date
2019Author
Piazzoni, Irene
Puttini, Spartaco Alfredo
Galimi, Valeria
Greppi, Carlo
Metadata
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Il panel si propone di presentare i contenuti e il format di una “Historymap” in corso di
ideazione nell’ambito del Master di Public History organizzato dall’Università degli Studi
di Milano e Fondazione Giangiacomo Feltrinelli.
Tema del progetto è la rivoluzione generata dal movimento del Sessantotto, e in
particolare la centralità che vi assunsero le questioni di genere, la liberazione sessuale, i
casi di marginalità e di esclusione sociale, la conquista di nuovi diritti civili, il tema della
violenza, la condanna della guerra. L’urgenza della protesta e della denuncia dettò la
necessità di elaborare nuovi linguaggi visivi e di trovare vie di comunicazione alternative a
quelle tradizionali: ne derivò la produzione di abbondante materiale iconografico, dalle
fotografie ai disegni, dalle opere d’arte ai manifesti, in cui è centrale la rappresentazione
del corpo – il corpo delle donne, dei giovani, degli omossessuali, dei malati di mente, degli
esclusi, delle vittime, civili e militari, della violenza e della guerra – e che senza dubbio
contribuì a determinare una cesura nell’immaginario e negli atteggiamenti culturali della
società italiana.
La Historymap sulla rivoluzione e sull’eredità del lungo Sessantotto si configura come
un racconto volto a coinvolgere un pubblico di non specialisti, in cui le parole dei narratori
si intrecciano all’esposizione di contenuti visivi e sonori: filmati, immagini fotografiche,
vignette, fonti documentali, audio. Il progetto sarà realizzato da un team composto da
docenti di Storia contemporanea dell’Università degli Studi di Milano, componenti e
collaboratori della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli e alcuni studenti del Master in
Public History. Sullo stesso tema sarà prodotto il documentario No Border. Militanti ai
confini dell'Europa, vincitore di un bando internazionale dal titolo 1968-2018: What is left,
what is right dedicato all’eredità del Sessantotto.