AIPH 25 – Fare storia a Pistoia capitale della cultura
Data
2019Autore
Martinelli, Chiara
Cecconi, Alessia
Cutolo, Francesco
Di Palma, Sara Valentina
Bartolini, Stefano
Metadata
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Lungi dall’essere un mero riconoscimento al patrimonio culturale e artistico cittadino, la
nomina a capitale italiana della cultura costituisce, grazie alle risorse economiche e umane
mobilitate, un potenziale volano per esperienze museologiche di ampia portata capaci di
valorizzare la storia, gli artefatti e la memoria di un luogo e di diffonderne la conoscenza a
un numero quanto più ampio possibile di cittadini e turisti.
Nel caso di Pistoia, che ha ereditato il titolo nel 2017, molte sono state le iniziative che,
nel corso dell’anno, hanno attirato un numero crescente di visitatori.
Tra queste numerose anche le iniziative di Public History, esperienze hanno dimostrato
la vitalità di un modo di fare storia capace di interagire con la cittadinanza e si sono inserite
in un insieme espositivo di lungo periodo, che ci può iniziare a far parlare della nascita di
un progetto storico pistoiese.
Le diverse istituzioni culturali che operano in città, insieme ad altre esterne, stanno
collaborando in maniera sempre più stretta alla costruzione e all’organizzazione di
esposizioni tese a mostrare la connessione tra storia locale, vicende dei propri genitori e
antenati e storia nazionale e internazionale.
La conclusione dell’esperienza pistoiese di capitale italiana della cultura nel 2017
consente dunque di riflettere sul fatto che organizzare un'attività espositiva sia un momento
per stimolare la ricerca e per intervenire sulla memoria pubblica sia dal punto di vista della
costruzione/decostruzione sia come confronto e consapevolezza di sé di una comunità. L’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Pistoia, in collaborazione
con l’Associazione Storia e Città, Coopculture, Fondazione CDSE e Fondazione Valore
Lavoro, intende costruire il panel su quest’argomento, i cui interventi verteranno sui punti
nodali che vi elenchiamo di seguito.
Il rapporto con il territorio e la città, che con la sua disponibilità ha permesso lo
svolgersi delle iniziative di Public History, percepite non come qualcosa di distaccato dal
tessuto sociale ma al contrario, come eventi capaci di attirare l’interesse dei cittadini.
La conoscenza dei processi storici e soprattutto dell’influenza che azioni istituzionali,
condizioni economiche e caratteristiche sociali rivestirono sulla complessiva evoluzione
politica, consente ai cittadini l’appropriazione di un ampio concetto di cittadinanza. Solo
conoscendo l’interrelazione tra processi economici, sociali, culturali e politici è possibile
per ciascuno una riflessione sull’oggi personale, critica e ponderata. Questo è il compito
della Public History, e gli interventi del panel verteranno su come i temi delle mostre sono
stati concretamente svolti per incentivare non solo il coinvolgimento, ma anche la
riflessione dei cittadini sulle dinamiche storiche locali e nazionali.
Inoltre verrà analizzato come è stata misurata l’efficacia delle mostre, misura che
registra non solo dagli effetti immediati e quantitativamente misurabili come gli accessi o
la copertura giornalistica, ma anche dalla sedimentazione dei suoi contenuti nelle
esperienze dei visitatori nel tempo. Visto il così breve lasso di tempo che separa molte di
queste mostre dalla loro conclusione, intavolare un discorso del genere risulta difficoltoso,
ma è pur sempre doveroso porre le basi per quello che è un lavoro in itinere, che aiuti a
ripensare e progettare nuove iniziative storiche.