L’innovazione come fattore chiave per lo sviluppo e la competitività dell’agroalimentare campano
Abstract
Scopo del presente lavoro è quello di indagare il rapporto esistente tra impresa
agroalimentare ed innovazione.
Per fare ciò occorre comprendere il valore strategico che l’agroalimentare
rappresenta per ogni nazione, regione e territorio.
L’ambiente economico e politico-istituzionale in cui opera il sistema
agroalimentare ha subito, in questi anni, profondi mutamenti che hanno
determinato una maggiore apertura alle sfide del mercato; mutamenti, peraltro,
destinati ad accentuarsi a seguito del processo di crescente globalizzazione dei
mercati e di liberalizzazione del commercio internazionale. Il settore
agroalimentare riveste nel nostro Paese una notevole importanza sia in termini di
fatturato, che per numero di imprese, che di occupazione, e risulta tipicamente
caratterizzato dalla predominanza, dal punto di vista numerico, della classe
dimensionale delle piccole imprese.
È chiaro che acquisire competitività su mercati ormai globali presuppone costanti
sforzi negli investimenti in ricerca ed innovazione; tuttavia, a questo proposito, le
performance italiane risultano essere inferiori alla media europea.
L’analisi riportata mira quindi a descrivere le caratteristiche strutturali,
organizzative e le performance del sistema agroalimentare in un orizzonte
produttivo e di consumo regionale, nazionale ed internazionale, al fine di
evidenziarne le criticità ma anche e soprattutto le potenzialità.
È proprio alla luce di queste considerazioni che uno studio sul ruolo che gli
investimenti in ricerca e sviluppo rivestono nel sistema agroalimentare italiano,
assume quindi un particolare interesse.
La tesi si articola in 4 capitoli. Dapprima, verrà illustrata la situazione del settore
agroalimentare a livello internazionale, quindi europeo ed italiano, analizzandone
le principali linee evolutive soffermando, in particolare, l’attenzione sul ruolo che
la ricerca assume in tale settore (capitolo 1).
Si passerà poi all’analisi dello scenario regionale, illustrando le caratteristiche
peculiari dell’agroalimentare campano grazie alla disamina dei fattori
macroeconomici che lo caratterizzano. In particolare, scegliendo di focalizzare
l’attenzione su un comparto del settore ossia l’industria conserviera (capitolo 2).
Successivamente, si è passati all’analisi del significato che l’innovazione riveste in
un settore essenzialmente poco propenso ad innovare, concentrando l’attenzione
sui cambiamenti della domanda e sui nuovi stili di vita dei consumatori. Tale
studio mira a mettere in luce due aspetti fondamentali per la crescita e lo sviluppo
competitivo di un’azienda: il rapporto con l’ambiente esterno ossia la sua capacità
relazionale e la capacità di tradurre tali relazioni in apprendimento individuale
ossia in investimenti in R&S (capitolo 3).
In seguito, si è scelto di studiare le capacità innovative di un campione di imprese
operanti nel comparto conserviero in Campania. Tale campione è costituito da 38 imprese alle quali è stato somministrato un
questionario strutturato ad hoc che è stato preso come punto di partenza per
valutare l’impatto che elevati investimenti in R&S ed elevate capacità relazionali
hanno sull’attività innovativa delle imprese in questione.
Per verificare ciò, è stato individuato un modello econometrico capace di spiegare
se effettivamente esiste, per le aziende facenti parte del campione, una relazione
positiva tra la performance innovativa e le variabili su menzionate (capitolo 4).[introduzione a cura dell'autore]