Procedimenti scolastici e linee di pensiero nell’opera di Giovanni Boccaccio
Abstract
The aim of the research is to investigate the consistency and meaning of the logicaldialectical processes emerging in the wider context of rhetorical means in the works of Giovanni
Boccaccio. In these works, dialectical schemes sometimes take the more complex structure of
quaestio disputata, that is used by the author for narrative, but also for his literary statement.
The thesis is divided into three parts. The first part examines the intellectual background of
the author. In the cultural context of the late Middle Ages, the quaestio disputata has an important
role; by using the disputatio form, a good number of medieval authors show how the disputatio
leaves the narrow university milieu, and reaches the literary context. A possible reason for the
reception of the quaestio disputata within the literary context can be identified in the rediscovery of
the similarities of late medieval dialectic and rhetoric, since both are “sciences of the probable”, and
therefore aim at persuading rather than at demonstrating. A second reason can be found in the
dramatic nature of philosophical disputatio, a veritable tournament fought with the weapons of the
mind.
The second part of the paper studies Boccaccio's works, where scholastic language and
mental processes are widely diffused, a phenomenon that can be explained by the intermingling of
philosophical and literary models. Nevertheless, it should also be noticed that the disputatio adopted
by Boccaccio is reinforced by his return to its scholastic sources. Those texts were not unknown to a
writer who was in touch with the scholars of the court of King Roberto in Naples, studied canon
law, read and loved Dante’s works and was acquainted with Aristotle, Boethius, the Platonic
Tradition and Thomas Aquinas. The presence of scholastic language and techniques lead us to
evaluate their narrative role in Boccaccio’s literary production, their nature of prospective tools
allowing the game of viewpoints. Secondly, the work examines the meaning the dialectic quaestio
has in Boccaccio’s writings, where sometimes a quaestio opposing two possible positions has the
task of seeking the “truth”. Boccaccian use of disputatio hides a subtle literary strategy that both
seems to give the reader the option of choice, and/or the author to take his position and direct the
reading.
The third part of the thesis focuses on the late works of Boccaccio, such as the Genealogie
deorum gentilium. Now the interest of the writer moves to the philosophy and erudition, but in these
books we still find the model of quaestio disputata, in a simplified form of the responsio ad obiectiones. Seen as a whole, Boccaccio’s production uses with continuity the scholastic method;
the author considers the disputatio a powerful instrument of the search after truth, but adapts it, both
in theory and in practice, to the needs of the literature. [edited by Author] L’indagine condotta nella tesi è volta a definire la consistenza ed il ruolo del modello
disputativo nell’opera di Giovanni Boccaccio, nella quale esso appare non solo improntato a forme
riconducibili all’elaborazione scolastica, ma anche consapevolmente fruito, nelle sue caratteristiche
di genere, a fini narrativi e meta-poetici. In tale ambito di ricerca si sono individuate tre aree di
interesse, corrispondenti ad altrettante sezioni in cui il lavoro è stato suddiviso.
La prima parte si preoccupa di definire il retroterra intellettuale in cui si collocano la
formazione e la scrittura dell’autore, mettendo a fuoco la centralità della quaestio disputata nel
panorama culturale del tardo medioevo. Struttura altamente ritualizzata di indagine della verità, in
cui il confronto tra opinioni opposte è “messo in scena” attraverso un rigoroso dibattito, la
disputatio si afferma rapidamente nell’ambito della nascente università, divenendone al tempo
stesso metodo didattico, strumento di ricerca e forma di esame. Il suo carattere di atto ufficiale,
proprio del magister nelle vesti di docente e di studioso, insieme con l’evidenza di uno schema
formale che consente di rappresentare efficacemente la ricerca della verità, fanno sì che ben presto
la quaestio disputata si diffonda al di fuori degli Studia, laici e religiosi, dove è sistematicamente
praticata e regolamentata dagli statuti. La duplice natura della disputa scolastica, che alla vivacità di
una performance, in cui l’abilità dialettica ha il suo peso, unisce il rigore di un procedimento che
organizza e fissa sulla pagina argomenti di autorità e ragione, costituisce forse il motivo profondo
della sua influenza sul contesto culturale coevo. Alla nascente letteratura volgare, metodi e risultati dell’insegnamento universitario hanno fornito un contributo che va dalla trasmissione di modelli, al
conseguimento di una sempre maggiore coscienza del potenziale conoscitivo della poesia.
Sull’acquisizione che la quaestio disputata sia insieme linguaggio scientifico e forma del
pensiero nel basso medioevo, la seconda parte della tesi muove ad indagare la presenza di tale
strumento intellettuale nell’opera di Boccaccio ed il significato che ivi assume. La mappatura della
cultura variegata e in parte eterodossa del Certaldese apre più ipotesi di contatto con il metodo
dialettico, confermate dai primi risultati del suo apprendistato letterario, dove già appare evidente
non solo il ricorso a procedimenti scolastici, ma anche la loro funzionalizzazione in vista di un’idea
alta della poesia, che si andrà progressivamente chiarendo alla mente dell’autore. La successiva
produzione del Boccaccio, fino al Decameron compreso, conferma e potenzia la consuetudine con il
modello della quaestio disputata, cui si affida una duplice finalità che si esplica attraverso due
distinte varianti strutturali. Una funzione prevalentemente narrativa si riscontra nei casi in cui la
disputatio vale soprattutto a caratterizzare i personaggi, ma al tempo stesso a metterne in
discussione le scelte e il punto di vista; la forma adottata a tal fine è circoscritta alla prima fase della
quaestio disputata, il dibattito tra respondens e opponens, ed esclude invece la seconda di
determinazione: la quale è infatti lasciata al lettore, invitato a scegliere qual è il giusto partito, tra i
due messi in campo, anche in base agli esiti narrativi della vicenda. Un intento più evidentemente
meta-poetico, è invece rilevabile laddove la fictio boccacciana assume una forma disputativa chiusa,
in cui la discussione risulta ridotta e schematizzata, a vantaggio di una solutio dall’alto livello di
certezza; una configurazione altamente formalizzata, che si coniuga alla serialità di strutture che
riproducono analoghe costruzioni di testi scientifici, quali i trattati per questioni o le summae:
modelli contrassegnati da una forte presenza autoriale, fatta propria dal Boccaccio, che a questi
circoscritti e ben individuati episodi della sua narrativa affida la propria ideologia erotica e poetica. .. [a cura dell'Autore]