Due possibili cause di inefficienza allocativa. Analisi ed evidenza empirica
Abstract
Il lavoro analizza empiricamente due possibili cause di inefficienza
allocativa: l'asimmetria informativa (capitolo 1) e la disuguaglianza nella
distribuzione della ricchezza (capitolo 2).
Il primo capitolo ha l’obiettivo di valutare la presenza di problemi di
azzardo morale nel mercato delle assicurazioni sulla salute. Utilizzando
dati “National Longitudinal Survey” (NLSY79), il lavoro considera un
campione di individui nati tra il 1957 e il 1964 che vivevano negli Stati
Uniti nel momento in cui l'indagine è cominciata (1979). Sono state
raccolte circa 13.000 osservazioni, tra uomini e donne di molteplici fasce
d'età, con un range temporale che si estende fino al 2012. La disponibilità
dei dati tende però a ridursi a seguito della selezione delle variabili
rilevanti per l'analisi, raggiungendo una disponibilità media di 8.000
osservazioni. Le variabili selezionate, infatti, riflettendo informazioni
sensibili (stato di salute, storia familiare, ecc.) sono maggiormente
esposte ai problemi di "mancata risposta". L’ipotesi che viene sottoposta
a verifica è che, non sostenendo, o sostenendo solo in parte, spese
mediche e diagnostiche, gli individui assicurati tendano a sottoporsi con
maggiore frequenza rispetto ai non assicurati a visite mediche
specialistiche, configurando in tal modo un comportamento
opportunistico. Utilizzando un modello difference-in-difference, il lavoro
dimostra che, rispetto ai non assicurati, gli individui assicurati tendono a
comportarsi in maniera poco coerente rispetto al proprio stato di salute e
rispetto alla propria storia medica passata, sottoponendosi a frequenti
visite specialistiche, anche le più disparate. Tale comportamento non
risulta giustificato dallo stato di salute o da un aggravamento dello stesso.
Gli individui non assicurati, invece, tendono a mantenere un
comportamento coerente con il proprio stato di salute. La presenza di
azzardo morale risulta evidente confrontando il comportamento degli
individui assicurati con il rispettivo controfattuale, costruito ad
hocattraverso il modello difference-in-difference. Tale confronto permette
inoltre di scindere il problema dell'azzardo morale da quello della
selezione avversa. Quest’ultima, infatti, viene registrata separatamente,
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confrontando il controfattuale con il comportamento degli individui non
assicurati. I risultati sono stati sottoposti a una serie di analisi di
robustezza, utilizzando il metodo delle variabili strumentali (IV model) e i
metodi ordered probit e tobit model. Tali ultime due analisi risultano
opportune e appropriate, considerata la conformazione della variabile
dipendente, che si presenta come una variabile multinomiale ordinata,
con un massa di osservazioni in zero. I risultati confermano che al
variare dello status degli individui, da non assicurato ad assicurato, le
visite mediche specialistiche tendono ad aumentare e tende a
comprimersi in maniera considerevole la probabilità di non sottoporsi ad
alcuna visita medica. Tale comportamento, ancora una volta, risulta
svincolato dai problemi di salute degli individui, escludendo quindi che i
risultati configurino uno scenario di selezione avversa.
Il secondo capitolo analizza il rapporto tra diseguaglianza e crescita
attraverso un’analisi panel. Nello specifico è stato utilizzato un fixed effects
model con l’obiettivo di valutare la direzionalità tra le due variabili. L’idea
del lavoro è che una distribuzione ineguale della ricchezza possa
condurre a un inasprimento delle condizioni economiche, e quindi a una
minore crescita. A differenza di gran parte della letteratura in materia, il
campione su cui sono state condotte le stime è composto di paesi
relativamente omogenei tra loro in termini di istituzioni e cultura, quali
quelli del Sudamerica e dell'America Centrale. Ciò allo scopo di evitare
che l'eterogeneità tra paesi possa inficiare i risultati empirici. I dati
utilizzati, principalmente fonte Banca Mondiale, riguardano 10 paesi per
un periodo temporale che va dal 1970 al 2013. I risultati ottenuti
mostrano che la disuguaglianza costituisce effettivamente un freno alla
crescita economica, e ciò sia a causa dell'instabilità politica e sociale, sia a
causa della riduzione della domanda interna. Inoltre, attraverso un
modello di scomposizione degli effetti fissi (fevd model), si è visto che le
variabili geografiche rivestono un ruolo marginale nella relazione tra
disuguaglianza e crescita. Ciò può essere ascritto all'omogeneità dei paesi
che si è scelto di includere nel campione. I risultati risultano infine
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robusti al variare della metodologia applicata: il modello delle variabili
strumentali e il modello random effects, implementato a seguito della lettura
del test di Hausman, confermano l'esistenza della relazione negativa tra le
variabili in esame. [a cura dell'editore]