«La prossima cosa viva»: rappresentazione dell’acqua nella poesia di Camillo Sbarbato
Abstract
Il contributo si propone di esaminare le rappresentazioni e le figurazioni dell’acqua nella produzione poetica di Camillo Sbarbaro. In tutte le sue diverse declinazioni, questo elemento naturale si configura come una forza ‘positivamente’ contrastiva nell’opera in versi del poeta ligure – caratterizzata, com’è noto, dalla trattazione del tema dell’aridità (geofisica ed esistenziale). Prendendo in esame i testi contenuti nelle raccolte “Pianissimo” (1914), “Trucioli” (1920) e “Rimanenze” (1955), si intende dapprima tracciare la presenza dell’acqua e/o i rimandi semantici ad essa riferiti, definendone il ruolo acquisito nel «grande deserto» del mondo. Infine, ci si propone di stabilire il valore simbolico che l’elemento liquido assume in relazione ad altre tematiche portanti della poesia di Sbarbaro, quali il rapporto dell’“io” con il tempo, la morte e la memoria. This paper aims to examine the representations and figurations of water in Camillo Sbarbaro’s portic production. In all its different declinations, this natural element is presented as a ‘positive’ contrasting force in Sbarbaro’s poetry – characterizad, as we know, by the treatment of the theme of aridity (both geophysical and existential). By examining the texts included in the collections ‘Pianissimo’ (1914, ‘Trucioli’ (1920) and ‘Rimanenze’ (1955), we first intend to trace the presence of water and/or the semantic references to it, defining the role it gains in the «great desert» of the world. Finally, the aim of this paperi s also to establish the symbolic value acquired by the liquid element in relation to other key themes of Sbarbaro’s poetry, such as relationship of the “Self” with time, death and memory.