La funzione della pena
Abstract
The first chapter of this paper analyzes the modern theories that gravitate around
the concept of the function of punishment. In particular, the main theories about the
function of the penalty (remuneration, preventive, write) are recalled, trying to verify
if and to what extent they can be compatible with the new purposes that the current
Italian legal system attributes to the penal sanction, in light of the emerging need to
protect human rights through a re-educational and re-socializing penalty.
In the first chapter, an attempt is made to underline the change in the purpose of
punishment as an instinctive and vindictive act detached from any moral and utilitarian
principle.
The concept of punishment that pursues the simple aim of remuneration seems
to give way to the idea of 'punishment as purpose'. The sanction no longer aims at the
simple suffering of the offender as an end in itself, but pursues re-educational and resocializing
purposes. The testimony of the trend mentioned above is given by the cd.
decriminalization of some criminal cases considered 'minor offenses' (think of the
crime of offense, falsehood in private writing and simple damage).
The analysis to trace the profiles of the multifunctionality of the punishment
continues in the second chapter, through a historical investigation that starts from the
individual criminal cases present in archaic Roman law. From the study of the
individual criminal precepts and the relative penalties it is possible to identify the
different functions that the penalty assumed in the archaic age. The sanction, in most
of the criminal figures, was intended to protect the pax deorum and to prevent the
harmful conduct from damaging the relations between men and gods. .. [edited by Author] Il primo capitolo del presente lavoro analizza le moderne teorie che
gravitano attorno al concetto di funzione della pena. In particolare
vengono richiamate le principali teorie circa la funzione della pena
(retributiva, preventiva, scrivere), cercando di verificare se ed in che
misura possano essere compatibili con i nuovi scopi che l’attuale
ordinamento giuridico italiano attribuisce alla sanzione penale, alla luce
della emergente necessità di tutelare i diritti umani attraverso una pena
rieducativa e risocializzante.
Nel primo capitolo si tenta di sottolineare il mutamento dello scopo
della pena come atto istintivo e vendicativo avulso da qualsiasi principio
morale e utilitaristico.
Il concetto di pena che persegue il semplice fine retributivo sembra
cedere il passo all’idea di ‘pena come scopo’. La sanzione non mira più
alla semplice sofferenza del reo fine a sè stessa, ma persegue finalità
rieducative e risocializzanti. La testimonianza della tendenza sopra citata
è data dalla cd. depenalizzazione di alcune fattispecie penali considerate
‘reati minori’ (si pensi al reato di ingiuria, falsità in scrittura privata e al
semplice danneggiamento). L’analisi per tracciare i profili della polifunzionalità della pena
continua nel secondo capitolo, attraverso un’indagine storica che parte dalle singole fattispecie criminali presenti nel diritto romano arcaico.
Dallo studio dei singoli precetti criminali e delle relative pene è
possibile identificare le funzioni differenti che la pena assumeva in età
arcaica. La sanzione, nella maggior parte delle figure criminose, aveva lo
scopo di tutelare la pax deorum e di impedire che la condotta nefasta
incrinasse i rapporti tra gli uomini e gli dei. .. [a cura dell'Autore]