Semina veritatis. Geschichte und Metaphysik bei Leibniz
Abstract
La mia tesi è dedicata alla concezione di Leibniz della storia della filosofia e il rapporto tra essa e la metafisica.
Come mostro nel mio lavoro, Leibniz presenta una concezione progressiva della storia della filosofia, il che
rappresenta un elemento di novità al suo tempo. Anche il famoso concetto leibniziano philosophia perennis,
solitamente interpretato in chiave “conservatrice”, si inserisce in questa prospettiva. Viene mostrato inoltre
come queste riflessioni “metafilosofiche” non siano un momento marginale, bensì una parte integrante della
filosofia spiritualista di Leibniz. Nel pensiero di Leibniz, da un lato la storia della filosofia, dall’altro
l’epistemologia e la metafisica sono in una relazione di mutua dipendenza: problemi e soluzioni della filosofia
di Leibniz sono spesso conseguenze della sua concezione della storia della filosofia, la quale a sua volta
dipende in modo decisivo da premesse metafisiche. Il programma di Leibniz di una metafisica che segue gli
standard metodologici moderni è conseguenza della sua analisi dell’ambiguo seculum philosophicum. Questa
immagine progressiva che Leibniz ha della storia della filosofia è a sua volta conseguenza diretta di una
concezione della metafisica intesa come dinamica e gerarchica, secondo la quale le creature partecipano in un
grado sempre più alto dell’essenza, e quindi nell’onniscienza, divina.
La tesi è suddivisa in due parti, che corrispondono, rispettivamente, alle fasi della biografia filosofica di
Leibniz come la descrive lui stesso in testi autobiografici: una presunta fase meccanicistica prima, e una una
fase più tradizionale poi, caratterizzata dalla “reintroduzione” del concetto scolastico di forma substantialis.
Contrariamente a quanto sostenuto, ad esempio, da Daniel Garber, cerco di dimostrare che il concetto di forma
substantialis non cambia molto il proprio significato durante la seconda fase intellettuale del pensiero
leibniziano che, quindi, è omogenea. La forma substantialis e l’ilemorfismo di Leibniz si inseriscono
all’interno del modello platonico di una metafisica della partecipazione. Viene dimostrato come, nonostante
l’importanza centrale della forma substantialis, la fase “ilemorfista” e quella meccanicistica condividono alcuni elementi centrali: la metafisica della partecipazione, il rapporto tra fisica e metafisica e la concezione progressiva della storia rimangano constanti in tutta la sua vita.
Questa struttura bipartita è preceduta da una breve introduzione al contesto storico-politico: la dinamica storica e scientifica di cui ho parlato corrisponde ad esperienze storiche concrete del tempo di Leibniz, molto legate alla monarchia del suo tempo, la cosiddetta monarchia assoluta. Possiamo forse caratterizzare la filosofia di Leibniz come un “platonismo barocco”: “barocco” non semplicemente perchè Leibniz si trovò a vivere in quell’epoca ma, in senso più specifico, perché la sua filosofia nasce proprio dall’incontro tra premesse metafisiche di stampo platonico e le concrete esperienze storiche dell’età barocca. [a cura dell'Autore] My thesis is dedicated to Leibniz’s conception of the history of philosophy and to the relationship of this conception with his metaphysics. Leibniz, as I show in my work, has a progressive conception of the history of philosophy, which was by no means a given at his time. Indeed, Leibniz’s famous term, philosophia perennis, commonly understood as a conservative approach, actually expresses this progressive perspective. Furthermore, I argue that this subject is not marginal, but an integral part of Leibniz’s spiritualist philosophy. Leibniz’s views on the history of philosophy on the one hand, his metaphysics and epistemology on the other, are mutually dependent: problems and solutions that we find in Leibniz’s philosophy are often consequences of his conception of the history of philosophy, which in turn depends on metaphysical premises. Leibniz’s programme of a metaphysics that follows modern methodological standards results from his analysis of the ambiguous seculum philosophicum he believed himself to be living through. This progressive view of the history of philosophy, in turn, is the direct consequence of a dynamic and hierarchical metaphysics, according to which creatures participate to an increasingly higher degree in the essence, and consequently the omniscience, of God.
The thesis is divided into two parts, which correspond to the phases of Leibniz’s philosophical development as he describes them in several autobiographical texts. The first of these was mechanist in nature, the second one more traditional, characterized by the “reintroduction” of the scholastic concept of forma substantialis. Contrary to the interpretation advanced, among others, by Daniel Garber, I attempt to show that this concept does not significantly change during the second phase, which from this perspective may be regarded as homogeneous. Leibniz’s forma substantialis and hylemorphism are in accordance with the platonic model of a metaphysics of participation. Furthermore, the thesis shows that, notwithstanding the central importance of the forma substantialis, the “hylemorphistic” and the “mechanist” phase of his thought have key characteristics in common: a metaphysics of participation, a hierachical subordination of mechanist physics under a spiritualist metaphysics, and a progressive view of history.
These two central parts are preceded by a brief introduction to the historical-political context: the central role in Leibniz’s thought of dynamic development corresponds to historical experiences of Leibniz’s time, closely connected to the so-called “absolute” monarchy. We can maybe characterize Leibniz’s philosophy as “baroque platonism”: “baroque” not just because Leibniz happened to live in the 17th and 18th centuries, but in the more meaningful sense that his philosophy has its origin in the encounter between metaphysical premises of platonic character and the concrete experiences of the baroque era. [edited by Author]