«Sua disïanza vuol volar sanz’ ali». Considerazioni metaletterarie sulla funzione di Bernardo nella Commedia
Abstract
Se nel finale della Vita Nuova Dante predisponeva il
lettore all’evoluzione stilistica e semantica della
Commedia, nel finale del poema lo pone faccia a faccia con il limite del suo disegno poetico: l’impossibilità di plasmare una lode del femminile che sia più
solenne di quella stilnovistica e al contempo meno
elevata di quella religiosa. Ciò determina una problematica di natura argomentativa – che Perelman
riconduce al concetto di incompatibilità retorica –
identificabile anche alla base della scelta dantesca
di inserire san Berardo al termine del suo percorso
ultramondano. Dante risolverebbe così che l’unico
modo per non rischiare di ripetersi in un’identica
lode sia quello di sostituire l’oratore al momento
dell’incontro con la Vergine, salvaguardando l’originalità della sua ispirazione con cui ha portato a
termine l’impegno explicitario della Vita Nuova. If in the finale of the Vita Nuova Dante predisposed
the reader to the stylistic and semantic evolution of
the Comedy, the poem's ending puts him face to face
with the limitations of his poetic design: the impossibility of molding a praise of the feminine that is more
solemn than the stylnovistic one and at the same
time less elevated than the religious one. This determines a problematic of an argumentative nature –
which Perelman leads back to the concept of rhetorical incompatibility – also identifiable at the basis of
Dante's choice to insert saint Berard at the end of his
ultra worldly journey. Dante would thus resolve that
the only way not to risk repeating himself in an identical praise is to replace the speaker at the time of the
meeting with the Virgin, safeguarding the originality
of his inspiration with which he completed the final
commitment of the Vita Nuova.
URI
https://sinestesieonline.it/wp-content/uploads/2022/05/maggio2022-12.pdfhttp://elea.unisa.it/xmlui/handle/10556/7515