Potenziamenti dello sguardo e ri-scritture dell’umano nell’età di Shakespeare
Abstract
Il contributo interroga il conflitto di paradigmi conoscitivi che si manifesta,
quale effetto della nuova scienza, in età early modern, e la frattura che
si determina in un mondo ancora dominato da una visione organica della
conoscenza. «Quale la retorica o la nuova retorica attraverso cui l’individuo,
che come Shakespeare vive sulla faglia di questa frattura epistemica,
si ri-concepisce e si ricolloca nel mondo?». Partendo dalla centralità assunta
dallo sguardo e dal paradigma dell’osservazione rispetto a quello tradizionale
e aprioristico della lettura, l’autrice cerca di dar risposta a questi
quesiti, occupandosi in particolare della modalità teatralmente ostensiva e
interrogativa della scienza anatomica in Europa, e delle relazioni che essa
intrattiene con «l’esperimento conoscitivo che il teatro, e il teatro shakespeariano
in particolare, offre tutti i giorni al pubblico elisabettiano su
quel crinale temporale così straordinario per la storia della cultura inglese
che si pone fra fine Cinquecento e inizio Seicento».