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dc.contributor.authorPiazza, Antonella
dc.date.accessioned2013-11-18T11:11:35Z
dc.date.available2013-11-18T11:11:35Z
dc.date.issued2011
dc.identifier.citationPiazza, Antonella. “Satan’s Space Travel: an Oblique Fall.” «Testi e linguaggi» 5(2011):71-80. [Studi monografici. Letteratura e scienza, a cura di M. Bottalico, M.T. Chialant, L. Perrone Capano]en_US
dc.identifier.issn1974-2886en_US
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/10556/790
dc.description.abstractIl lettore del viaggio di Dante, che dalle profondità dell’Inferno, attraverso il Purgatorio, risale su fino alle vette del Paradiso, vive (nel suo immaginario) un’esperienza diametralmente opposta quando deve affrontare il viaggio di Milton e Satana attraverso il mondo fisico. Piuttosto che verso l’alto o verso il basso il lettore di Milton erra/si muove “obliquamente” (Paradise Lost, 3,564). Nel mio articolo intendo articolare la nozione del movimento “obliquo”. Quando tra i personaggi storici del suo poema cita solo Galileo e Colombo, Milton rivela esplicitamente il suo interesse per i “mappatori” moderni di territori nuovi e inesplorati. Ma a sedurre il poeta è l’astronomia piuttosto che i viaggi e la colonizzazione del Nuovo Mondo. Certamente non celebra il progresso favorito dalla rapace curiosità per le “marvelous possessions”. In realtà, la nozione di Satana come paradigma del colonialismo e dell’imperialismo britannico appartiene alla storia della ricezione del poema piuttosto che al testo miltoniano. Satana, al contrario, è il sintomo del paradigma copernicano. In Paradise Lost, mentre Adamo ed Eva dimorano stabilmente nel limitato spazio dell’Eden, Satana invece è in continuo movimento. Del viaggio di Satana sorprende il suo muoversi/attraversamento (di) in spazi siderali; provvisto di un’ambigua condizione fisica (cfr. Denise Albanese che considera “prostetico” – dotato di protesi – il corpo di Satana), Satana intraprende viaggi senza precedenti attraverso spazi che si collocano tra vecchie e nuove geografie, antiche e moderne cosmografie. Dall’Inferno Satana raggiunge la Terra attraverso un Caos lucreziano, percorrendo quegli spazi astronomici appena osservati dalla “lente ottica” di Galileo. Egli dà corpo al paradigma letterario espressivo dell’interesse centrale specifico dell’epoca centrato sullo spazio, il tempo e il movimento. “Eppure si muove” – erano state le parole, certamente apocrife, di Galileo agli Inquisitori, che tuttavia colgono lo spirito dell’epoca, che in letteratura si riflette dovunque molto chiaramente (Angus Flecher, Time, Space and Motion in the Age of Shakespeare, 2007). Satana e Milton “mappano” la qualità di quel movimento e di quel cambiamento. Ma la destinazione finale del viaggio di Milton non è la caduta in cui Satana precipita l’uomo. Il processo di riparazione (espiazione, redenzione) dell’umanità che Milton cerca di tracciare conduce ad un “paradise within”, un umano paradiso interiore che non è la visione beatifica del pellegrinaggio di Dante. In Paradise Lost la fisica si traduce in etica (piuttosto che metafisica). La direzione “obliqua” del viaggio di Satana si ripete nei “wondering steps”, nei passi erranti di Adamo ed Eva che comporteranno anche la mappatura di nuovi spazi psicologici ed etici.en_US
dc.format.extentP. 71-80en_US
dc.language.isoenen_US
dc.publisherRoma : Caroccien_US
dc.sourceUniSa. Sistema Bibliotecario di Ateneoen_US
dc.titleSatan’s Space Travel: an Oblique Fallen_US
dc.typeArticleen_US
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