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dc.date.accessioned2025-05-16T10:10:36Z
dc.date.available2025-05-16T10:10:36Z
dc.description.abstractIf, in the wake of Petrarchism, women's writing in the 16th century is mainly connected to the use of the short form, starting from the end of the 16th century and then in the 17th century, women try their hand at other literary genres of great success, such as the pastoral fable and the tragedy. Among these, Valeria Miani from Padua, whose role was anything but secondary in the Italian panorama of the time, even if her name has now fallen into oblivion. Miani is among the first women to deal with the pastoral fable, in the wake of figures such as Isabella Andreini and Maddalena Campiglia. Her ‘Amorosa speranza’ (1604), although modeled on Tasso's Aminta, offers an absolutely personal reinterpretation of the genre. The Paduan also tackled the genre of tragedy, publishing ‘Celinda’ in 1611, thanks to which she became the first woman to compose a tragedy. The paper presents the most modern and innovative aspects of the two works, demonstrating how Valeria Miani managed to conquer her own original voice and to impose the female point of view with conviction, without giving up dialogue with tradition.it_IT
dc.description.abstractSe, nel solco del petrarchismo, la scrittura femminile del XVI secolo è connessa prevalentemente all’uso della forma breve, a partire dalla fine Cinquecento e poi nel Seicento, le donne si cimentano con altri generi letterari di grande fortuna, come la favola pastorale e la tragedia. Tra queste, la padovana Valeria Miani, il cui ruolo è tutt’altro che secondario nel panorama italiano del tempo, an che se il suo nome è oggi caduto nell’oblio. Miani è tra le prime donne ad occuparsi della favola pastorale, sulla scia di figure come Isabella Andreini e Maddalena Campiglia. La sua ‘Amorosa speranza’ (1604), pur ricalcata sull’Aminta tassiana, offre una rilettura assolutamente personale del genere. La padovana si misura anche con il genere della tragedia, pubblicando nel 1611 ‘Celinda’, grazie alla quale si configura come la prima donna a comporre una tragedia. Il contributo intende presentare gli aspetti più moderni ed innovativi delle due opere dimostrando come la poetessa sia riuscita a conquistare una propria voce originale e ad imporre con convinzione il punto di vista femminile, senza rinunciare a dialogare con la tradizione.it_IT
dc.language.isoitit_IT
dc.rightsCC BY 4.0it_IT
dc.relation.ispartofjournalSinestesieonline. Periodico quadrimestrale di letteratura e arti della modernitàit_IT
dc.identifier.citationSoglia, Nunzia. "Una voce femminile del teatro del Seicento: Valeria Miani", Sinestesie online, A. 13, no. 43 (settembre 2024): 4-20it_IT
dc.titleUna voce femminile del teatro del Seicento: Valeria Mianiit_IT
dc.sourceUniSa. Sistema Bibliotecario di Ateneoit_IT
dc.contributor.authorSoglia, Nunzia
dc.date.issued2024
dc.identifier.urihttp://sinestesieonline.it/wp-content/uploads/2024/09/sinestesieonline_settembre2024_barocco_18_soglia.pdfit_IT
dc.identifier.urihttp://elea.unisa.it/xmlui/handle/10556/8165
dc.identifier.urihttp://dx.doi.org/10.14273/unisa-6180
dc.publisherAvellino : Associazione Culturale Internazionale Sinestesieit_IT
dc.typeJournal Articleit_IT
dc.format.extentP. 4-20it_IT
dc.identifier.issn2280-6849it_IT
dc.subjectFavola pastoraleit_IT
dc.subjectValeria Mianiit_IT
dc.subjectAmorosa speranzait_IT
dc.subjectCelindait_IT
dc.subjectBaroccoit_IT
dc.subjectBaroqueit_IT
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