L'uomo, l'oggetto, la realtà: lo sguardo dello scrittore/macchina da presa nel romanzo-sceneggiatura di Ottiero Ottieri
Abstract
La scrittura di Ottieri, muovendosi tra una percezione reale e allucinatoria dell’uomo, in una dialettica continua dell’ ‘esse est percipi’, e una osservazione di fatti e oggetti così come essi stessi si presentano e si autodefiniscono, propone un modello di scrittura del tutto divergente dalle ‘mode’ letterarie coeve. La pubblicazione de ‘L’impagliatore di sedie’ nel 1964, segna un distacco dalla letteratura precedente ed è un esperimento narrativo e visivo interessante. Questa indagine propone una lettura dell’opera di Ottieri sulla base di una tecnica di ‘cineletteratura’, proposta dall’autore, ponendo il romanzo in stretta relazione con ‘L’eclisse’ di Antonioni e nell’ottica delle teorie semiotiche di riferimento. Ottieri’s works, moving between a real and hallucinatory perception of man, in a continuous dialectic of ‘esse est percipi’, and an observation of facts and objects as they present themselves and define themselves, proposes a model of writing that is completely divergent from contemporary literary literature. ‘L’impagliatore di sedie’ (1964), marking an apparent, detachment from the contents of his previous literature, is an interesting experiment of audiovisual literature. This investigation proposes a reading of Ottieri’s work on the basis of a ‘cineliterature’ technique, proposed by the author, placing the novel in close relation with Antonioni’s ‘L’eclisse’ and in the perspective of the semiotic theories of reference.
URI
https://sinestesieonline.it/wp-content/uploads/2025/06/sinestesieonline-47-populin.pdfhttp://elea.unisa.it/xmlui/handle/10556/8852