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http://elea.unisa.it/xmlui/handle/10556/2460
Title: | Modernism on Air |
Authors: | Salvati, Gerardo Perrone Capano, Lucia De Giovanni, Flora Lops, Marina |
Keywords: | Modernism;Mass culture;Woolf |
Issue Date: | 23-May-2016 |
Publisher: | Universita degli studi di Salerno |
Abstract: | La tesi di dottorato, intitolata “Modernism on Air” si articola in quattro capitoli, preceduti da un’introduzione in cui si dà conto di quello che gli studiosi hanno definito il Great Divide nei rapporti tra Modernismo e cultura di massa. Nel primo capitolo, vengono presentate le principali teorie che sostengono l’impossibilità di trovare un punto di raccordo tra Modernismo e cultura di massa. Nello specifico vengono analizzate le teorie di Huyssen che afferma l’esistenza di un ‘unbridgeable’ gap tra i suddetti movimenti culturali. Viene dato spazio anche all’analisi del pensiero di quei pensatori, Walter Benjamin e Theodor Adorno su tutti, che sono alla base della teorizzazione della divisione dicotomica tra Modernismo e cultura di massa. Vengono poi presi in esame gli studi sul Modernismo dell’ultimo decennio che, invece, danno di quest’ultimo una lettura più democratica e collaborazionista con la cultura di massa. La seconda parte del presente lavoro descrive, invece, i punti di contatto che importanti esponenti del Modernismo hanno avuto con la cultura di massa attraverso la collaborazione con riviste di moda ed emittenti radiofoniche. Sono stati oggetto di analisi gli articoli che Virginia Woolf scrisse per Vogue e le trasmissioni radiofoniche che tenne per conto della BBC. La terza parte della ricerca ha invece preso in analisi i possibili effetti della radio sulla parola scritta. Partendo dal concetto di crisi della tradizione oculocentrica, che basava sul senso della vista il metodo principale di conoscenza, vengono presi in esame una serie di estratti dei romanzi di James Joyce e Virginia Woolf per dimostrare come gli artisti modernisti depotenziano la vista in favore dell’udito nella narrazione della realtà. In tal modo la percezione come modalità conoscitiva non viene più solo affidata all’occhio ma anche e soprattutto all’udito. L’ultima parte si concentra sull’inglobamento volontario della radio nell’opera d’arte attraverso l’analisi dei testi di Samuel Beckett e Dylan Thomas. A differenza del passato, il testo non viene più pensato prima per la pagina scritta e poi ‘adattato’ per la radio ma quest’ultima diventa da subito la matrice principale che da forma e sostanza al testo. Ne emerge, in tal modo, un nuovo tipo di testo i cui personaggi hanno una forte valenza ‘radiofonica’ per come sono creati e per come agiscono. [a cura dell'autore] The thesis is entitled “Modernism on Air” and is structured into four chapters, preceded by an introduction, which focuses on the notion of The Great Divide between Modernism and mass culture. The first chapter analyses the main theories which claim there is no connection between Modernism and mass culture. Specifically, it is taken into account Huyssen’s thought that affirms the existence of an ‘unbridgeable gap’ between the above-mentioned movements. Moreover, Walter Benjamin’s and Theodor Adorno’s theories, that form the basis of the dichotomy between Modernism and mass culture, have been object of investigation. In addition, the Modernist studies of the last decade, that claim Modernism was not an elitist movement, have been investigated. The second chapter of the present work describes the intersections between Modernism and mass culture by fashion magazines and radio stations. Virginia Woolf’s contributions to Vogue and the BBC have been analysed. The third part of the research pays attention to the effects of radio and sound on the written word. Starting from the notion of ocularcentrism, that considered the eye the main tool to know the world, and its subsequent crisis, several excerpts from Joyce’s and Woolf’s novels have been examined in detail in order to demonstrate that Modernists disempowered vision in favour of hearing. In this way perception, as a knowing mode of the world, is not provided exclusively by the eye but also by the ear. The last chapter is devoted to the intentional incorporation of radio into the work of art. Samuel Beckett’s and Dylan Thomas’ radio texts have been studied. Unlike in the past, a text is no more thought for the page and then adapted to radio but the latter becomes the matrix that gives form and substance to the text. In this way a new kind of artistic work is created in which its characters have a strong ‘radiophonic’ valence because of the way they are brought into existence and act. [edited by author] |
Description: | 2014 - 2015 |
URI: | http://hdl.handle.net/10556/2460 http://dx.doi.org/10.14273/unisa-860 |
Appears in Collections: | Studi letterari e linguistici |
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abstract in italiano e in inglese G. Salvati.pdf | abstract (versione italiana e inglese a cura dell'autore) | 129,76 kB | Adobe PDF | View/Open |
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